giovedì 11 aprile 2024

Alternative sostenibili alla plastica ottenute dai batteri ingegnerizzati.

Queste alternative sostenibili alla plastica sono più resistenti dell’acido polilattico usato di norma.

(Rinnovabili.it) – Gli sforzi per trovare alternative sostenibili alla plastica convenzionale stanno raggiungendo nuovi traguardi. Il lavoro di ingegneri e ricercatori impegnati nella ricerca di soluzioni innovative è in crescita. Restano però alcune sfide aperte. Ad esempio, trovare un materiale che possa offrire le stesse prestazioni delle plastiche tradizionali evitando i loro impatti ambientali.

Oggi sappiamo che l’acido polilattico (PLA) è una delle alternative più promettenti. Si può produrre da fonti vegetali e plasmare con una certa efficienza. Tuttavia, presenta limitazioni legate alla sua fragilità e alla sua degradabilità. Per superare queste difficoltà, i bioingegneri dell’Università di Kobe, in collaborazione con la Kaneka Corporation, hanno sviluppato una tecnica innovativa. Mescolando l’acido polilattico con un’altra bioplastica chiamata LAHB, sono riusciti a ottenere un materiale con proprietà desiderabili, come la biodegradabilità e una maggiore lavorabilità.

Una fabbrica di batteri per produrre plastica biodegradabile.

Il processo ha richiesto l’ingegnerizzazione di ceppi batterici per produrre il precursore del LAHB, manipolando il loro genoma per ottimizzare la produzione. I risultati, pubblicati sulla rivista ACS Sustainable Chemistry & Engineering, indicano la creazione di una “fabbrica di plastica batterica” che produce catene di LAHB in quantità elevate, utilizzando solo il glucosio come materia prima. Con la manipolazione genetica dei batteri, dicono gli scienziati, è possibile controllare la lunghezza delle catene e quindi le proprietà della plastica risultante.

Il materiale ottenuto, chiamato LAHB ad altissimo peso molecolare, è stato aggiunto all’acido polilattico per creare una plastica altamente trasparente, più modellabile e resistente agli urti rispetto all’acido polilattico puro. Inoltre, questa nuova plastica si biodegrada nell’acqua di mare entro una settimana. Potrebbe essere l’anello mancante tra la sostenibilità e la versatilità delle bioplastiche?

Il team che lo ha sviluppato ci crede e guarda al futuro con ambizione. Tra le ipotesi di lavoro future c’è l’uso della CO2 come materia prima per la sintesi di plastiche utili.

https://www.rinnovabili.it/economia-circolare/ecodesign/alternative-sostenibili-alla-plastica-ottenute-dai-batteri-ingegnerizzati/

mercoledì 10 aprile 2024

Ecco la vista più dettagliata (finora) sulla storia dell’Universo in espansione. - Mariasole Maglione


Installato sul telescopio da 4 metri Nicholas U. Mayall della NSF, presso il Kitt Peak National Observatory in Arizona, c’è uno strumento scientifico impegnato in una delle ricerche più importanti mai portate avanti. Si tratta di DESI, acronimo di Dark Energy Spectroscopic Instrument, e sta conducendo un’indagine quinquennale per creare la più grande mappa 3D dell’Universo mai ottenuta.

Frutto di una collaborazione scientifica internazionale di oltre 900 ricercatori provenienti da oltre 70 istituzioni in tutto il mondo, DESI è gestito dal Lawrence Berkeley National Laboratory (LBNL) del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti. Dall’inizio della sua indagine del cielo nel 2021, lo strumento ha osservato 5000 galassie ogni 20 minuti, per un totale di oltre 100 mila galassie a notte.

Gli astronomi stanno ora eseguendo l’analisi iniziale dei dati del primo anno di quest’indagine. Utilizzando gli spettri delle galassie vicine e dei quasar distanti, i ricercatori sono riusciti a misurare la storia dell’espansione dell’Universo con la massima precisione mai raggiunta prima, migliore dell’1%.

I risultati confermano le basi del modello cosmologico standard dell’Universo, e forniscono uno sguardo senza precedenti sulla natura dell’energia oscura e sui suoi effetti sulla struttura su larga scala dell’Universo.

Una fetta della mappa 3D delle galassie raccolta nel primo anno di dati di DESI. La Terra è sulla punta, con le galassie più lontane tracciate a distanze di 11 miliardi di anni luce. Ogni punto rappresenta una galassia. Questa versione della mappa DESI comprende 600.000 galassie, meno dello 0,1% del volume totale dell'indagine. Credits: DESI Collaboration/NOIRLab/NSF/AURA/R. Proctor
Una fetta della mappa 3D delle galassie raccolta nel primo anno di dati di DESI. La Terra è sulla punta, con le galassie più lontane tracciate a distanze di 11 miliardi di anni luce. Ogni punto rappresenta una galassia. Questa versione della mappa DESI comprende 600.000 galassie, meno dello 0,1% del volume totale dell’indagine. Credits: DESI Collaboration/NOIRLab/NSF/AURA/R. Proctor

Mappando l’Universo, galassia dopo galassia

Per mappare il cosmo, DESI raccoglie la luce da milioni di galassie in più di un terzo dell’intero cielo. Scomponendo la luce di ciascuna galassia nel suo spettro di colori, DESI può determinare quanto la luce è stata spostata verso il rosso, o allungata fino a una lunghezza d’onda maggiore (effetto di redshift), dall’espansione dell’Universo durante i miliardi di anni che ha viaggiato prima di raggiungere la Terra. In generale, maggiore è lo spostamento verso il rosso, più lontana è la galassia.

Dotato di 5000 minuscoli “occhi” robotici, DESI è in grado di eseguire questa misurazione a una velocità senza precedenti. Solo nel suo primo anno, DESI ha superato tutte le precedenti indagini di questo tipo in termini di quantità e qualità.

Con incredibile profondità e precisione, i dati del primo anno del DESI hanno permesso agli astronomi di misurare il tasso di espansione dell’Universo fino a 11 miliardi di anni fa, quando il cosmo aveva solo un quarto della sua età attuale, utilizzando una caratteristica della struttura su larga scala dell’Universo: le Baryon Acoustic Oscillations (BAO), oscillazioni acustiche barioniche.

Indagando la storia cosmica grazie alle BAO

Le BAO sono l’impronta residua delle onde di pressione che permeavano l’Universo primordiale quando non era altro che una zuppa calda e densa di particelle subatomiche. Mentre l’Universo si espandeva e si raffreddava, le onde ristagnavano, congelando le increspature e generando i semi di future galassie nelle aree più dense.

Questo modello può essere visto nella mappa dettagliata di DESI, che mostra filamenti di galassie raggruppate insieme, separate da vuoti dove ci sono meno oggetti.

La sezione sullo sfondo mostra le galassie mappate nel primo anno dell'indagine quinquennale del DESI. La Terra è al centro di questa sottile fetta della mappa completa. Nella sezione ingrandita si può vedere la struttura sottostante della materia nel nostro universo. Credits: Claire Lamman/DESI Collaboration
La sezione sullo sfondo mostra le galassie mappate nel primo anno dell’indagine quinquennale del DESI. La Terra è al centro di questa sottile fetta della mappa completa. Nella sezione ingrandita si può vedere la struttura sottostante della materia nel nostro universo. Credits: Claire Lamman/DESI Collaboration

Ad una certa distanza, le BAO diventano troppo deboli per essere rilevate utilizzando le galassie tipiche. Quindi gli astronomi guardano ciò che è retroilluminato da nuclei galattici estremamente distanti e luminosi noti, i quasar. Mentre la luce dei quasar viaggia attraverso il cosmo, infatti, viene assorbita dalle nubi intergalattiche di gas, consentendo agli astronomi di mappare le sacche di materia densa. Per implementare questa tecnica, i ricercatori hanno utilizzato 450mila quasar, il set più grande mai raccolto per questo tipo di studio.

Grazie alla capacità unica di DESI di mappare milioni di galassie vicine e quasar lontani, gli astronomi possono misurare la diffusione delle increspature in diversi periodi della storia cosmica, per vedere come l’energia oscura ha modificato la scala nel tempo durante l’espansione.

Dettagliando sempre più la storia cosmica

Anche se la storia dell’espansione dell’Universo potrebbe essere più complessa di quanto si immaginasse in precedenza, la conferma di ciò dovrà attendere il completamento del progetto DESI. Entro la fine della sua indagine quinquennale, DESI prevede di mappare oltre 3 milioni di quasar e 37 milioni di galassie. Man mano che verranno rilasciati più dati, gli astronomi miglioreranno ulteriormente i loro risultati.

“Questo progetto sta affrontando alcune delle più grandi domande dell’astronomia, come la natura della misteriosa energia oscura che guida l’espansione dell’Universo” ha affermato Chris Davis, direttore del programma NSF per NOIRLab.

E mentre DESI continua a stupire con le sue prestazioni, gli scienziati già sanno che i suoi dati funzioneranno in armonia con le future indagini del cielo condotte dall’Osservatorio Vera C. Rubin e dal Nancy Grace Roman Space Telescope. La collaborazione DESI sta attualmente studiando potenziali aggiornamenti allo strumento e pianificando di espandere la propria esplorazione cosmologica in una seconda fase, DESI-II.

questa pagina sono reperibili una serie di pubblicazioni a partire dal primo rilascio di dati DESI.

https://www.astrospace.it/2024/04/06/ecco-la-vista-piu-dettagliata-finora-sulla-storia-delluniverso-in-espansione/

ANUNNAKI. - Emilia Zareva

 

I primi faraoni che hanno conosciuto la realtà fisica, conservando la coscienza del corpo leggero, hanno voluto viaggiare nel loro corpo verso dimensioni superiori. E inoltre, intendevano conservare la loro forma fisica anche dopo la morte. Dei orgogliosi, hanno portato nei mondi delle Pleiadi e di Sirio l'esperienza dell'espressione attraverso la materia densa riflettendo le più alte frequenze dell'esistenza materiale alle frequenze luminose di molte dimensioni.
I loro corpi emotivi rafforzati, polarizzati dalla dualità elettromagnetica di Gaia, inviarono onde di grande amore, desiderio e piacere alle Pleiadi, il chakra del cuore dell'universo, e la coscienza siriana era terreno fertile per nuove equazioni, sfide e possibili realtà da cristallizzare e prendere forma.
L'insediamento dell'Egitto è stato uno dei grandi esperimenti delle dimensioni superiori, e poi tutti gli occhi erano puntati su Gaia, proprio come ora rivolgiamo la nostra attenzione al grande risveglio del tuo mondo. Ancora una volta sentiamo e sappiamo che il vostro amore si riversa nei cieli e attraverso l'unione Pleiadi e Sirio ora attivata, desideriamo risvegliare la vostra memoria astrale della geometria sacra e forma della coscienza sesta dimensione in unione con l'amore delle vibrazioni pleiadi - per essere in grado di inviare la musica delle vostre anime attraverso onde di coscienza universale e di conoscere il Primo Creatore in ogni momento della vostra esistenza.
Non ti sentirai più orfano. La tua famiglia galattica sogna il momento in cui ti riunirai per celebrare la liberazione di Gaia e il tuo rilascio dalle pressioni della realtà 3D. La griglia che un tempo teneva la Terra nell'oscurità del controllo Anunnaki semplicemente non riesce a gestire le frequenze che la griglia sta inviando in tutto l'Essere Universale.
Patricia Corey
Foto - Egitto dallo spazio

Una gigante batteria di sabbia può immagazzinare energia per una città intera: la svolta in Finlandia. - Martina Di Paolantonio


Quando si parla di surriscaldamento globale, crisi climatica e inquinamento non si può non far riferimento alle emissioni di gas serra prodotte dall’uomo. Il mondo odierno, infatti, necessita di grandi quantità di energia per poter funzionare… peccato che la maggior parte di questa energia sia prodotta a partire da fonti fossili.

Negli ultimi anni l’emergenza climatica ha reso sempre più necessario il ricorso a fonti di energia alternative, rinnovabili e pulite. In tal senso la ricerca e lo sviluppo di tecnologie sostenibili hanno fatto passi da giganti, arrivando a proporre prodotti quali i pannelli solari calpestabili oppure enormi batterie piene di sabbia che immagazzinano il calore.

Un’enorme batteria piena di sabbia può conservare l’energia per mesi

Ebbene sì, proprio una simile tecnologia è stata da poco presentata in Finlandia, per la precisione nella città di Pornainen. Lì la Polar Night Energy ha messo a punto un’enorme batteria di 13 metri di altezza per 15 metri di larghezza. Questo grande silos viene poi riempito con tonnellate di sabbia, in grado di immagazzinare calore ed energia per mesi.

Il suo funzionamento è semplice: durante i picchi di produzione l’energia in eccesso viene immagazzinata nella sabbia sotto forma di calore. In seguito il calore viene riconvertito in elettricità oppure usato per riscaldare gli edifici pubblici e privati connessi al sistema di teleriscaldamento locale. E in un posto freddo come la Finlandia una tecnologia simile può davvero fare la differenza!

Come si diffonderà l’uso di questa tecnologia?

La batteria è infatti in grado di erogare 1 MW di energia termica e di conservarne fino a 100 MWH, in altre parole si tratta del corrispettivo di una settimana di riscaldamento durante l’inverno o di 1 mese durante l’estate. Una tecnologia del genere ha un enorme potenziale dal punto di vista della sostenibilità: le emissioni di anidride carbonica possono ridursi anche del 70%, pur conservando inalterato il rifornimento energetico della città.

La batteria di sabbia, prodotta con materiali locali, presenta però alcune difficoltà nell’applicazione, una tra tutti la necessità di un sistema di teleriscaldamento urbano, che non è di certo presente in tutti i centri cittadini. La batteria di Pornainen è un primo passo verso la possibile diffusione di tecnologie simili, che potrebbero essere sfruttate anche in altri posti per ridurre considerevolmente le emissioni di gas serra.

https://www.orizzontenergia.it/2024/04/07/una-gigante-batteria-di-sabbia-puo-immagazzinare-energia-per-una-citta-intera-la-svolta-in-finlandia/

La Valle dei Pianeti nella regione di Cufra in Libia.

 

La Valle dei Pianeti nella regione di Cufra in Libia è un luogo unico al mondo dove rocce e pietre nel deserto sembrano avere forme di pianeti e corpi celesti, creando un paesaggio simile allo spazio. Situata vicino ad Al-Uwainat Al-Gharbia, questa valle è poco conosciuta nonostante la sua bellezza straordinaria. Le enormi rocce sferiche, con un diametro medio di circa 10 metri, si trovano a circa 48,28 chilometri di distanza l'una dall'altra, e creano un'atmosfera spaziale per chi le visita. La valle, nota anche come "wan takufi" in lingua Tuareg, è caratterizzata da un terreno roccioso privo di acqua e coltivazione, rendendola unica e affascinante.

https://www.facebook.com/photo/?fbid=734894008629101&set=a.443413007777204

sabato 6 aprile 2024

ANUNNAKI. - Emilia Zareva

 

Dal libro L'antico segreto del fiore della vita;
La storia inizia diversi miliardi di anni fa, quando la Terra era molto giovane. Poi c'era un grande pianeta chiamato Tiamat che orbitava intorno al Sole tra Marte e Giove. Secondo i testi sumeri, antichi la Terra aveva un grande satellite, che in futuro sarebbe diventato un pianeta indipendente.
Le cronache sostengono che ci fosse un altro pianeta nel nostro sistema solare, di cui oggi sospettiamo vagamente l'esistenza. I Babilonesi chiamavano questo pianeta Marduk, e quel nome rimase in una certa misura, ma i Sumeri lo chiamavano Nibiru. Nibiru era un enorme pianeta che ruotava retrogrado rispetto agli altri. Il resto dei pianeti del Sistema Solare ruota approssimativamente nello stesso piano e nella stessa direzione, ma Nibiru si muove nella direzione opposta, e quando si avvicina ad essi attraversa le orbite di Marte e Giove (Fig. 3-8).
I Sumeri dicono che attraversa il nostro sistema solare ogni 3600 anni.
Lei è da qualche parte là fuori, nello spazio, e i Sumeri...
lo sapevano migliaia di anni fa! Più tardi, secondo le loro cronache, per volontà del destino accadde che, attraversando
la orbite dei pianeti del sistema solare, è passato così vicino che una delle sue lune si è scontrata con Tiamat (la nostra Terra) e ne ha strappato quasi metà - semplicemente spezzando il pianeta in due. Secondo i testi sumeri, metà di Tiamat insieme alla sua grande luna è stata spinta fuori posto e si è insediata in un'orbita tra Venere e Marte - questa è la nostra Terra attuale. L'altra metà si è spezzata in milioni di pezzi ed è diventata quella che chiamiamo la fascia degli asteroidi tra Marte e Giove. Questo è quanto indietro nel tempo vanno i registri sumeri. I testi continuano a parlare di fatti precedenti, poi a parlare di Nibiru. Era abitato da esseri senzienti chiamati Nephilim. I Nephilim erano piuttosto alti:
donne di circa 3-3.70 m, e uomini - 4-5 m.
E Vanga bulgaro dal libro di Peter Bakov:
Quelli della galassia di Andromeda, del pianeta Niburu, e della costellazione del Cancro, il pianeta Ester, hanno creato gli Atlantidei sull'isola di Atlantide, poco prima degli extragalattici Kachins creato dai Sumeri. I veri Sumeri provengono da diverse costellazioni del caos.
Il caos. Alla mente della Forza, che è oltre di noi, per ora.
Beh, questi, dal pianeta Niburu su Andromeda, hanno creato Atlantide. Quasi li copiano da loro stessi.
Beh, non esattamente, ma per così dire, come erano, ma molto più piccoli.
Piccoli, piccoli, ma vi immaginate: gli uomini non erano più bassi di quattro metri e molto più alti, e le donne - oltre tre metri e mezzo. Che energia erano, vissero da ottocento a oltre sedicicento anni, fino a stancarsene.
Quanto vogliono. Erano quasi immortali. Ma, hanno così dimenticato se stessi, considerandosi più dei loro creatori, non sapendo che sono un esperimento e questo li distrugge.
Li stanno distruggendo, Pesce. Li affondano con l'isola, ragazzo. La Legge di Attrazione non tollera l'ingratitudine. Il castigo e il giorno gentile esistono.

mercoledì 3 aprile 2024

L’INSPIEGABILE MISTERO DI “PUMA PUNKU”. -

 

Per “Puma Punku” normalmente si intende un’area lunga circa 167 metri, e ampia 117 metri. Su questa zona si trova una piattaforma in pietra che misura 6,75 × 38,72 metri. Su di essa si trovano dei blocchi di andesite e arenaria rossa. Diversi di questi blocchi hanno una mole mastodontica. Uno di questi blocchi misura 7,81 metri x 5,17 metri x 1,07 metri. Questo masso dovrebbe pesare almeno 131 tonnellate. Ci sono altri quattro blocchi di grandezza simile sulla piattaforma. Anche se sono state localizzate le cave da cui probabilmente questi blocchi megalitici sono stati tratti, non si ha idea di come i costruttori siano riusciti a portarli fin lì, ad una distanza di diversi chilometri, e in alta montagna, a 3.800 metri di altezza!

Nel perimetro di Puma Punku si trovano anche altri blocchi, più piccoli, ma con delle caratteristiche che li rendono unici. Si possono descrivere come blocchi quadrangolari con una facciata a forma di “H”. Tra le caratteristiche che li rendono unici c’è senza dubbio l’estrema precisione del loro taglio. Gli angoli interni ed esterni dei blocchi, gli spigoli e ogni altro dettaglio sono realizzati con una precisione millimetrica, in modo tale che possono aderire perfettamente l’uno all’altro.
Secondo praticamente tutti gli studiosi, chi ha realizzato quei blocchi doveva possedere un qualche tipo di strumentazione ad altissima precisione. L’incredibile accuratezza del taglio delle pietre di Puma Punku richiama da vicino la precisione con cui è stata realizzata in Egitto la “Camera del Re” e l’interno dei parallelepipedi del Serapeo di Saqqara. In molti di questi blocchi si vede il simbolo che viene ripetuto anche nelle piramidi di Giza, che dà la forma alla Grande Galleria e alla nicchia della Camera della Regina. Si tratta di una “V” rovesciata a gradoni.

Un’altra caratteristica unica di questi blocchi è che si presentano come “blocchi modulari”, che si possono incastrare tra loro in diversi modi, come una sorta di “gigantesco lego”. Inoltre, questi “enormi pezzi di lego” vengono tenuti insieme da un ingegnoso sistema di staffe interne, composte da una lega di rame-arsenico-nichel-bronzo. Sono stati trovati anche due blocchi di diorite che erano uniti insieme con un sistema simile. La precisione con cui sono stati realizzati tutti questi blocchi lascia sconcertati gli osservatori. Non sembra affatto di vedere oggetti del passato.

Questi blocchi di roccia un tempo componevano qualche tipo di edificio, mentre oggi sono sparsi per terra in maniera disordinata. Sembra come se una gigantesca mazza da baseball abbia colpito improvvisamente una costruzione fatta con dei lego, sparpagliandoli disordinatamente sul pavimento. Questo indica che, anche in questo caso, una gigantesca “onda d’urto” ha colpito violentemente questa zona, come sembra sia avvenuto anche a Sacsayhuamán. Sembra che questa gigantesca onda d’urto, di una violenza terribile, abbia buttato tutto gambe all’aria.

L’articolo continua sul libro:
HOMO RELOADED – 75.000 ANNI DI STORIA NASCOSTA

Puoi trovare una copia del libro a questo link
https://www.amazon.it/dp/B0BLYBDF69 

https://www.facebook.com/photo/?fbid=435207532359899&set=a.166635502550438