venerdì 16 agosto 2024

la grotta dei Templari.

 

Spada di 700 anni trovata dentro la grotta dei Cavalieri Templari.
in un piccolo bosco sul terreno privato di una villa nascosta sotto un albero, si presume sia una grotta dei Cavalieri Templari dove gli esperti dicono che è stata scoperta una spada vecchia di 700 anni del XIII secolo. Nel 1312 molti dei cavalieri furono arrestati, torturati facendo false confessioni e bruciati sul rogo. Alcune persone credono che questa grotta non abbia nulla a che fare con i cavalieri ed in realtà sia qualcosa di molto più sinistro e forse usato per rituali e sacrifici di magia nera.






Peccato che non esistano riferimenti relativi a  dove sia situata la grotta. c.

Guerra Ucraina. - Giuseppe Salamone

 

Era il 14 giugno scorso quando Putin apertamente parlò, per l'ennesima volta, di negoziati mettendo come punto di partenza gli accordi di Istanbul fatti saltare da Usa e UK. Era sostenuto dal piano di pace proposto dalla Cina il quale aveva ottenuto un buon sostegno a livello internazionale soprattutto dopo il flop che si prospettava per la conferenza di pace farlocca organizzata dall'occidente in Svizzera.
In quell'occasione, seppur in modo sterile, anche in occidente si avviò un mini dibattito tornando a parlare di possibili trattative. Troppo pericoloso però per chi con la guerra ci campa assistere a un dibattito sulle proposte di Putin per due semplici motivi: il primo perché significava che le condizioni le stava dettando il Cremlino (ovviamente da sempre le condizioni le detta chi vince sul campo), secondo perché non era ancora arrivato il momento di mettere la parola fine alla guerra per procura per chi controlla le marionette della Casa Bianca.
Sostanzialmente bisognava tornare a un punto teso dove poter allontanare ogni tipo di diplomazia anche perché, lo scambio di prigionieri avvenuto sia con gli Usa sia con l'Ucraina aveva frantumato la narrazione propagandista occidentale del "con Putin non si negozia perché non vuole negoziare". Serviva qualcosa di abbastanza eclatante che mandasse all'aria ogni piccolo spiraglio di negoziato e, stranamente, eccolo arrivato. Sto parlando della sortita di Zelensky in Russia. Un'azione, come già detto, senza alcun senso sia dal punto di vista militare sia dal punto di vista strategico. Ma una sortita che, giustamente, imbarazza il Cremlino sia agli occhi del mondo sia agli occhi della stessa popolazione Russa e pertanto va spenta quanto prima.
Ed è quello che farà la Russia perché militarmente ha la forza, il tempo e la pazienza per farlo. Oggi Putin ha pronunciato parole pesanti e per la prima volta dal febbraio 2022 ha dichiarato di non essere disposto a negoziare almeno fino a quando non sistemeranno la questione nella Regione di Kursk: "È chiaro il motivo per cui il regime di Kiev ha rifiutato le nostre proposte di ritorno ad un piano di soluzione pacifica, così come le proposte dei mediatori interessati e neutrali. A quanto pare, il nemico, con l’aiuto dei padroni occidentali, sta portando avanti la loro volontà."
Ma qui arriva il punto secondo me fondamentale: "Ma di che tipo di negoziati possiamo parlare con persone che attaccano indiscriminatamente i civili, le infrastrutture civili o cercano di creare una minaccia per gli impianti di energia nucleare?". Ora, piaccia o meno, non trovo una sola contraddizione nelle parole di Putin. Ha aperto in passato ai negoziati? Si, l'ha fatto parecchie volte sia lui sia Lavrov. Quel buffone di Zelensky, forte del sostegno dei padroni occidentali, anziché accogliere le proposte diplomatiche ha preferito attaccare la Russia massacrando civili e lanciando droni sulle centrali nucleari? Si, l'ha fatto e lo abbiamo visto tutti.
Quindi di che stiamo a parlare? Stiamo a parlare di una parte che fino ad adesso si è mostrata disponibile al dialogo (a dirla tutta sono decenni che la Russia cerca di parlare con gli Usa a causa dell'espansione della Nato) e di una parte che ogni volta che sembra ci possa essere una minima soluzione, manda tutto all'aria perché deve continuare a oltranza la guerra contro la Russia. Ora datemi pure della spia del Cremlino, ma questa è la realtà. Il resto, come sempre, è pura, becera e criminale propaganda.
A proposito: credete ancora, come la propaganda di regime continua a narrare, che l'azione terroristica di Zelensky in Russia sia stata fatta a insaputa degli Usa e dei suoi vassalli? Siete sicuri che abbiano fatto una sortita con militari che parlano un inglese impeccabile ed equipaggiati con armi Nato fino ai denti all'insaputa degli Usa e dei suoi vassalli? Se la risposta è si, allora i frutti di Hollywood stanno fiorendo alla grande. Poveri noi...

giovedì 15 agosto 2024

Gli atlantonti di Marco Travaglio.

 

Per capire in quale trappola diabolica s’è cacciata l’Europa, basta unire i puntini delle ultime notizie, che sembrano fatte apposta per gli atlantonti che non vogliono vedere.

1) La Germania, mentre imbottisce l’Ucraina di armi e miliardi, spicca un mandato di cattura per l’incursore ucraino che due anni fa fece esplodere, su mandato di Kiev e con la copertura Nato, i gasdotti Nord Stream 1 e 2, costati 21 miliardi, che portavano il gas russo in Germania e di lì in tutta Europa e che Biden aveva già minacciato di distruggere. Risultato: ora compriamo più gas liquido e scadente dagli Usa, che ce lo vendono a prezzi quadrupli e ci tocca pure rigassificarlo; la Germania in recessione trascina nel baratro l’intera Ue, mentre l’economia americana (come quella russa) va come un treno.

2) Ora che Biden sta per diventare ex presidente, vengono desecretati gli atti sul figlio criminale Hunter che nel 2016, sotto il governo Renzi, chiese aiuto all’ambasciatore a Roma per procacciare affari nella Toscana pidina al colosso energetico ucraino Burisma, di cui era amministratore. Insomma, quello dei Biden per Kiev è un amore disinteressato: platonico.

3) Il più fanatico fra i consiglieri di Zelensky, Podolyak, spiega che l’invasione ucraina della regione russa di Kursk serve a ricattare i Paesi più prudenti della Nato per avere mano libera sull’uso delle nostre armi in Russia. Paesi tipo l’Italia, che ripudia la guerra per Costituzione, come ricorda financo Crosetto (subito linciato dai pretoriani Nato Mieli&Sallusti, che chiamano la Costituzione “ipocrisia” e “odio per l’Occidente”).

Il copione è fisso: il regime ucraino e i retrostanti Usa ricattano l’Europa con menzogne sempre più spudorate, ma i nostri sgovernanti sono ben felici di bersele mettendo mano al (nostro) portafogli e scavalcando le linee rosse che avevano tracciato.
Ora Kiev, dopo aver finto di voler negoziare con Mosca per paura di Trump, scatena un blitz militarmente inutile, anzi suicida, che la priva dei reparti migliori condannati allo sterminio, sguarnisce il Donbass dove i russi avanzano vieppiù, al solo scopo di bruciare il tavolo dell’eventuale trattativa. E pretende di farlo coi nostri missili e il nostro permesso.
Ma, siccome l’ultima linea rossa è sempre la penultima, dobbiamo prepararci alla prossima: quando i russi completeranno la conquista del Donbass e annienteranno i reparti ucraini a Kursk, Zelensky piagnucolerà che ha finito i soldati e vuole i nostri. I giovani ucraini fuggono all’estero, affogano nel Dnepr, si spaccano le tibie a martellate pur di non arruolarsi. Ma Repubblica canta l’epopea dei “soldati ucraini ‘felici di guidare un tank in Russia’”. È così che si precipita nella Terza guerra mondiale senza neppure accorgersene.

https://www.dcnews.it/2024/08/15/se-unisci-i-puntini-ci-arrivi-anche-tu-ucraina-un-impeccabile-marco-travaglio-demolisce-definitivamente-la-stucchevole-narrazione-che-politicanti-e-pennivendoli-ci-propinano-da-due-anni/

Ucraina e gasdotti Nord Stream.

Nelle ultime ore dalla Germania fanno sapere che hanno spiccato un mandato d'arresto per un cittadino Ucraino perché fece saltare i gasdotti Nord Stream. Oggi il Wall Street Journal ci va più pesante raccontando la presunta storia.
Dice che ad architettare l'operazione di sabotaggio dei gasdotti Nord Stream sia stato Zaluzhny, ex capo delle forze armate ucraine dietro autorizzazione di quel buffone di Zelensky. L'operazione avrebbe avuto il costo di 300.000 dollari. A parte che, come detto già in precedenza, credo fermamente che dietro i gasdotti ci sia la mano dei servizi Usa, UK, Polacchi e Norvegesi. Ma un paio di cose vanno segnalate.
Con questa nuova narrazione della propaganda criminale occidentale si smentiscono da soli, visto che per anni sono riusciti a sostenere la tesi di "Putin che bombarda i propri gasdotti" dopo averci speso oltre 20 miliardi assieme alla Germania. Inoltre hanno censurato tutti quelli che non credevano alle loro tesi, vedi anche il bavaglio al premio Pulitzer Seymour Hersh per mano dei vari Puente e Mentana.
La seconda rilevazione riguarda l'articolo 5 della Nato, quello che scatta quando un Paese membro viene attaccato: l'attacco dei Nord Stream rappresenta l'attacco più grande a un paese dell'UE dalla seconda guerra mondiale in poi. Quella era un'infrastruttura rilevantissima per l'economia, la manifattura e il benessere dei cittadini europei visto che portava gas di alta qualità a basso costo.
Se è vero che siano stati gli Ucraini a farli saltare, in teoria dovremmo difenderci da loro! Ma siccome questa è un'azione che va a beneficio principalmente degli Stati Uniti d'America, va benissimo e quindi i paesi europei si attaccano al tram. Se va bene agli Usa allora nessuna minaccia e nessun problema. A dimostrazione di quanto siano ipocriti e servi della Casa Bianca.
Ripeto, anche se non credo alla narrazione che siano stati solo Zelensky e company, questa narrazione oggi ci dice una sola cosa: ad attaccare l'Unione Europea e la sua sicurezza, a oggi, è stato Zelensky, non Putin. A fare più danni all'Unione Europea, a oggi, è stato Zelensky, non Putin.
Questa è la realtà, il resto è becera propaganda Hollywoodiana!

mercoledì 14 agosto 2024

Il popolo originale...

 


Non possiamo darle torto.

cetta

https://www.facebook.com/photo/?fbid=1158081145469556&set=gm.1441225887268250&idorvanity=1359582878765885

L’Ucraina nelle mani di un vero idiota! Il professor Orsini ridicolizza Zelensky e i suoi padroni della Nato dopo l’insensato attacco in territorio russo.

 

NuovoAtlante
di Alessandro Orsini per Il Fatto quotidiano
“Contrattacco”. La megalomania di Zelensky e la cecità della Nato
Sebbene a corto di mezzi e uomini, l’Ucraina ha aperto un nuovo fronte a Kursk invadendo il territorio russo. In sede di analisi, la prima domanda da porsi è perché Zelensky abbia preso una decisione così controproducente: a essere in inferiorità numerica sono gli ucraini e non i russi.
I primi non possono aprire nuovi fronti; i secondi sì.
Per fare chiarezza, sottoporrò al vaglio della ragione tutte le spiegazioni elaborate dagli ambienti di Kiev nel rispetto del progetto illuministico. Con solerzia da etnografo, ne ho appuntate almeno sei.
Tutte hanno in comune una mancanza totale di senso della realtà figlia di una grave forma di megalomania sempre più radicata negli ambienti di Zelensky, Nato e Unione europea.
Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky, ha dichiarato che l’invasione di Kursk è stata concepita per diffondere la paura nell’esercito russo.
L’organico delle forze armate russe consta di 2.210.000 persone circa, di cui almeno 1.320.000 militari.
Allo stato attuale delle nostre conoscenze, non risulta che tutte queste persone siano braccate dalla paura perché mille ucraini sono entrati a Kursk.
Dal canto suo, Zelensky ha dichiarato che l’invasione serve per costringere Putin a trattare alle condizioni dell’Ucraina.
Il problema è che l’invasione ucraina della Russia non è paragonabile all’invasione russa dell’Ucraina.
La prima è piccolissima; la seconda è grandissima.
Infatti, Putin non ha pensato di trattare, ma di contrattaccare.
La terza spiegazione è che l’invasione ucraina serve a conquistare la centrale nucleare di Kursk per minacciare di farla esplodere nel caso in cui Putin non dichiari la resa senza condizioni.
Se una circostanza del genere si verificasse, la cosa più probabile che accada è che Putin dia 24 ore a Zelensky per dimettersi pena un attacco nucleare ad ampio spettro.
Tolta la megalomania, balzerà agli occhi che uno Stato senza testate nucleari non può minacciare uno Stato con seimila testate nucleari.
La quarta spiegazione è che l’invasione di Kursk serve a ottenere il crollo del regime di Putin.
Secondo l’ambiente di Kiev – che include anche i principali quotidiani italiani – Putin sarà isolato dai suoi generali e odiato da tutti i russi per la falla a Kursk.
In realtà, l’invasione di Kursk causerà gli stessi effetti della rivolta di Prigozhin: i consensi di Putin aumenteranno giacché i russi odiano la Nato, mica Putin.
La ragione è presto detta: i russi sentono di essere attaccati dalla Nato e difesi da Putin. Soltanto chi abbia assunto dosi massicce di oppio ideologico non riesce a cogliere una verità così elementare.
La quinta spiegazione è che l’invasione di Kursk costringerà Putin a spostare truppe dal Donbass.
In realtà, è accaduto il contrario.
Per condurre l’invasione, Zelensky ha dovuto spolpare il fronte ucraino, dove arretra di continuo; Putin, invece, sta difendendo Kursk con il ricorso a nuovi soldati per le ragioni di cui sopra: ha un esercito enorme.
Infine, e siamo a sei, Zelensky ha dichiarato di avere invaso Kursk per spirito di vendetta affinché i russi capiscano che cosa significhi essere invasi…
Come se non lo sapessero: la megalomania distrugge persino il senso storico. Nel frattempo, i russi continuano a falcidiare gli ucraini in Donbass.
Così come Netanyahu fa di tutto per gettare l’Occidente in una guerra con l’Iran, Zelensky fa di tutto per gettarlo nella terza guerra mondiale.
Qualcuno gli spieghi che la terza guerra mondiale vedrebbe Cina, Iran e Corea del Nord schierate con la Russia. Un tale schieramento sovrasterebbe persino gli Stati Uniti. Figuriamoci l’Ucraina.

Resti Mammut, Siberia

 

Ultim'ora: scoperta notevole: Mammut perfettamente conservato, scoperto in una voragine di ghiaccio preistorica in Siberia.

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