mercoledì 21 ottobre 2020

Coronavirus, 10.874 nuovi casi con 144.737 tamponi. Quasi 800 ricoveri in 24 ore e altri 73 malati in terapia intensiva. (20 .10.2020)

 

Le tre regioni con i maggiori incrementi sono Lombardia (2.023), Piemonte (1.396) e Campania (1.312). Male anche Lazio e Liguria. I morti sono 89. Forte incremento di ospedalizzazioni con +778 in reparti Covid e +73 in terapia intensiva: si tratta, rispettivamente, dei peggiori dati dal 27 marzo (+1.276) e dal 30 marzo (+75).

Nelle ultime 24 ore sono 10.874 i nuovi casi di coronavirus accertati in Italia su 144.737 tamponi processati (87.680 i casi testati) e un rapporto del 7,5% in calo rispetto agli ultimi due giorni. Forte incremento di ospedalizzazioni con +778 in reparti Covid e +73 in terapia intensiva: si tratta, rispettivamente, dei peggiori dati dal 27 marzo (+1.276) e dal 30 marzo (+75). I morti sono 89. Le tre regioni con i maggiori incrementi sono Lombardia (2.023, di cui 1.054 in provincia di Milano e 515 in città), Piemonte (1.396) e Campania (1.312), seguite dal Lazio (1.224). Male anche la Liguria, con il nuovo record di positività in ventiquattr’ore: sono state 907. Solo due regioni hanno meno di 75 casi: Molise e Basilicata, rispettivamente con 26 e 17 contagi.

Prosegue quindi l’incremento prossimo al 100% sullo stesso giorno della settimana precedente: martedì 13 furono 5.901 i casi accertati con 112.544 tamponi. Tra lunedì e martedì di questa settimana sono 20.212 i nuovi infetti rintracciati, il 12 e 13 ottobre furono 10.520. Sette giorni fa i ricoverati con sintomi erano 5.076 e le persone in terapia intensiva 514, oggi sono 8.454 e 870. Il saldo tra ingressi-uscite fa segnare quindi un incremento di posti letto occupati negli ospedali di 3.378 unità e 356 in rianimazione.

Dall’inizio della pandemia sono 434.449 i contagiati accertati. Di questi 255.005 sono clinicamente guariti o sono stati dimessi, mentre 36.075 sono deceduti. Gli attualmente positivi sono 142.739, di cui 133.415 sono in isolamento domiciliare, mentre quasi 10mila, come detto, necessitano di assistenza in strutture sanitarie. Le regioni che fanno segnare i peggiori trend di crescita nelle ospedalizzazioni sono Lombardia (+132 in reparto e +10 in terapia intensiva), Piemonte (+154 e +1), il Lazio (66 e 12), il Veneto (63 e 7) e la Liguria con 69 persone in più ricoverate con sintomi ma due posti letto in meno occupati in terapia intensiva.

I dati regione per regione

Lombardia 2.023 – ieri 1.687
Piemonte 1.396 – 933
Emilia-Romagna 507 – 552
Veneto 490 – 402
Lazio 1.224 – 939
Campania 1.312 – 1.593
Toscana 812 – 986
Liguria 907 – 323
Puglia 295 – 321
Sicilia 574 – 362
Marche 89 – 98
Trento 94 – 79
Friuli Venezia Giulia 131 -159
Abruzzo 184 – 159
Sardegna 221 – 159
Bolzano 209 – 85
Umbria 194 – 167
Calabria 94 – 108
Valle d’Aosta 75 – 135
Basilicata 17 – 22
Molise 26 – 38

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/10/20/coronavirus-10-874-nuovi-casi-con-144-737-tamponi-quasi-800-ricoveri-in-24-ore-e-altri-73-malati-in-terapia-intensiva/5973305/

Dubbi da covid: prima la salute o l’economia? - Antonio Padellaro

 

Agostino Miozzo si occupa a tempo pieno di Covid, ma non è personaggio da grande pubblico pur essendo medico e soprattutto il coordinatore del famoso (e famigerato) Comitato tecnico scientifico. Forse perché non fa parte del gruppo di virologi, immunologi e scienziati a vario titolo, costantemente sui giornali e in tv, si è potuto permettere l’attacco alzo zero contro “i terroristi della comunicazione, chi alimenta scenari inquietanti distribuiti a fini di speculazione più politica”. Terrorismo da respingere “perché se si cade in una pericolosa spirale depressiva si inibisce qualsiasi forma di reazione e resilienza” (intervista al Corriere della Sera). Giusto, ma come si fa? Dal momento che (terrorismo a parte), in parallelo alla guerra contro il Covid un’altra guerra divampa, e non meno virulenta, tra chi dice prima la salute e chi risponde no, prima l’economia.

La prima categoria è ben rappresentata dal professore, assai autorevole e ascoltato, Massimo Galli, che con una frase ha detto tutto: “Non vedo morti di fame per le strade, ma morti di malattia negli ospedali”. Sicuramente non ha torto anche se la gente non muore di fame soltanto perché sostenuta dalle robuste iniezioni di denaro pubblico (cassa integrazione, blocco dei licenziamenti, reddito di cittadinanza), che gli economisti da divano e tastiera chiamano assistenzialismo. Sul fronte opposto spicca il manifesto del filosofo Massimo Cacciari: “Ci si ammala anche di disperazione, non solo di Covid. Se l’Italia si blocca siamo di nuovo fritti…”. Sicuramente neppure lui ha torto, anche se un contagio di massa nella forza lavoro non è il modo migliore per tenere aperte fabbriche e supermercati. In mezzo c’è un governo che naviga a vista, che si barcamena, che cerca di salvare capra e cavoli, che ogni giorno misura il proprio interventismo in base ai numeri dei contagi, dei morti e delle terapie intensive. Variabili indipendenti che rendono impossibile mettere in campo una strategia perfino da una settimana all’altra. Se poi allarghiamo la visuale al Paese tutti hanno le loro ragioni a protestare. A cominciare dai gestori di piscine e palestre che (con la testa già sulla mannaia) si sentono ingiustamente perseguitati. Come se, dicono, un settore che dà lavoro a decine di migliaia di persone fosse paragonato a un parco giochi da poter chiudere tranquillamente. Quanto al terrorismo psicologico e alle speculazioni politiche, in una situazione del genere è vero fanno schifo, ma si tratta degli inevitabili danni collaterali di quella cosa che si chiama democrazia. La forma di governo più imperfetta e infelice soprattutto se chiamata ad affrontare un nemico invisibile e implacabile. Non ci sta bene? L’alternativa esiste, è il modello cinese, quello che se non metti la mascherina ti vengono a prendere a casa.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/10/21/dubbi-da-covid-prima-la-salute-o-leconomia/5973838/

Covid: Guerra (Oms), ok a prototipo del vaccino entro l'anno.

 

In Italia ospedali preparati, non adeguato il territorio.


"Non credo" sarà necessario attendere il 2022 per avere un vaccino disponibile per tutta la popolazione italiana perché "un prototipo sarà convalidato entro la fine di quest'anno" e per la produzione si guarda "a grandi bacini produttivi, non solo localizzati in Europa", come l'India a cui "sono già state avanzate una serie di proposte industriali". Lo ha detto, intervenendo alla trasmissione Agorà, su Rai Tre, Ranieri Guerra, vice direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts).

 Il presidente del centro di ricerca Irbm di Pomezia Piero Di Lorenzo, che collabora con l'Università di Oxford per la realizzazione di un vaccino anti Covid 19 per Astra Zeneca, conferma la disponibilità delle prime dosi entro dicembre, già annunciata nei giorni scorsi dal presidente del consiglio Giuseppe Conte. Secondo Di Lorenzo "se non insorgono problematiche improvvise - ha detto nel corso di un'intervista concessa al sito Financial Lounge - è ragionevole pensare che la fase clinica di sperimentazione possa concludersi entro fine novembre o i primi di dicembre". "Conclusa la fase 3 - ha proseguito - la palla passa all'Ema (l'Agenzia europea del farmaco, ndr) per l'eventuale validazione", che in tempi normali richiede fino a 12 mesi. "Ma questi non sono tempi normali" spiega Di Lorenzo, che ricorda come la procedura di validazione sia già incominciata.

"Mandare messaggi dicendo che avremo il vaccino fra uno o due mesi sicuramente intercetta le aspettative di tutti quanti, ma lo vedo piuttosto irrealistico". Lo ha detto Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all'Università di Padova a Buongiorno, su Sky TG24. "Forse - ha spiegato - fra due mesi qualcuno dirà che abbiamo un vaccino, ma tra dirlo e fare uno studio pilota e poi distribuirlo passano tanti mesi".

(foto ANSA)

https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2020/10/21/covid-guerra-oms-ok-a-prototipo-del-vaccino-entro-lanno_25255dd1-f5b0-46c6-9f78-7c7f7f525766.html

martedì 20 ottobre 2020

Che andassero tutti a fare in mes. - Tommaso Merlo

 

Ricominciano a menarla con sto stramaledetto mes. Che andassero tutti a fare in mes. Non se ne può più. Ormai è un’ossessione. Conte ha dovuto ribadire il no a reti unificate e si è scatenata la solita rottura di mes. Comunicate le nuove misure restrittive, Conte si è beccato come prima domanda il mes tanto per cambiare. Ormai lo perseguitano sti scassa mes. Conte ha dovuto ripetere per la milionesima volta che il mes non serve in questa fase, che non è lo strumento adatto e che non conviene nemmeno più. Che giramento di mes. Conte ha dovuto anche ricordare che nessun altro paese europeo ha richiesto il mes e delle due cose l’una: o sono delle teste di mes tutti gli altri stati membri, oppure sono delle teste di mes tutti coloro che in Italia insistono a chiederlo nonostante la caterva di soldi piovuti da Bruxelles e nonostante le mutate condizioni del mercato finanziario che non lo rendono nemmeno più vantaggioso. Davvero, due mes così. Conte ha poi avvertito sull’effetto stigma e cioè il primo che accede al mes se lo becca dritto nel mes. Questo perché il mes è uno strumento che serve per i paesi che finanziariamente non valgono più un mes di nulla. Già, vi accede chi è nel mes fino al collo e gli speculatori non aspettano altro di sapere di chi si tratta per scatenarsi. Poi c’è la condizionalità, tutti gli stati membri stanno alla larga dal mes perché chi lo prende poi si trova la Troika in casa che ti fa un mes così. Basta vedere la Grecia che se l’è preso nel mes lungo un metro e ancora piange. Facile fare gli statisti col mes degli altri. Ma le nostrane teste di mes non si danno per vinte neanche se gli spiattelli gli articoli dei trattati sotto al naso. Che teste di mes. L’unico vero motivo per cui rompono il mes è politico. Il Movimento non ha mai voluto prenderselo nel mes e i rompi mes vorrebbero costringerlo a rimangiarsi la parola in modo da indebolirlo, in modo da compromettergli ulteriormente la reputazione e fargli perdere voti. I rompi mes accusano il Movimento di avere una posizione ideologica mentre in realtà la lista delle ragioni per non prenderselo nel mes si allunga di giorno in giorno e sono tutte più che valide. Al contrario, il loro tirarsi giù le braghe non ha nessuna spiegazione perché di soldi per la sanità oggi ce ne sono fin troppi e si tratta di spenderli bene e nel caso ne servissero di più vi sono alternative più intelligenti per reperirli. Già, sono i rompi mes ad essersi imputanti ideologicamente. Vorrebbero tirare Conte dalla loro parte come se loro fossero quelli responsabili mentre quelli del Movimento irragionevoli populisti da correggere. La solita rottura di mes. Ma ai cittadini del mes non frega un mes di niente. Vogliono solo uscire da questo incubo pandemico altro che venire presi per il mes. La verità è che i rompi mes cercano solo di nascondere la loro cronica mancanza di idee con un’ossessione che ormai ha solo rotto il mes a tutti. Davvero, che andassero tutti a fare in mes una volta per tutte.

Tommaso Merlo

https://repubblicaeuropea.com/2020/10/19/che-andassero-tutti-a-fare-in-mes/

Calenda e la stampa che piace. - Gaetano Pedullà

 

In un Paese dove si va continuamente a votare, e migliaia di candidati non hanno neppure un minuto sulle tv locali per presentarsi, il trattamento riservato a Carlo Calenda dice tutto su quanto e come sia schierata la stampa italiana. Anticipato da pagine e pagine di giornali, l’ex ragazzo dei Parioli, ma anche ex collaboratore di Montezemolo, ex candidato alle politiche con Mario Monti, ex ministro di Renzi e Gentiloni, ex europarlamentare del Pd ed ex molto altro ancora, ha avuto il privilegio di ufficializzare la sua discesa in campo per il Campidoglio in diretta da Fabio Fazio, rilanciato il giorno seguente da un mucchio di trasmissioni e interviste generalmente in ginocchio, come sanno fare bene i giornalisti che piacciono alla gente che piace, e a cui naturalmente piace Calenda.

E dire che questo signore – di cui si ricordano i dossier Ilva e Alitalia (insieme ad altri 100 e passa) lasciati disastrosamente aperti dopo quasi cinque anni da ministro delle Attività produttive – è accreditato di uno scarso 2 virgola cocci a livello nazionale, e alle ultime regionali è pressoché evaporato. Esprimiamo perciò una doverosa solidarietà a Radicali, Potere al Popolo, Verdi e gli altri ectoplasmi elettorali che con le stesse percentuali, e pure qualcosa in più, non se li fila nessuno nemmeno se si impiccano al cavallo della Rai.

Calenda ha dalla sua che è simpatico come sa esserlo quel generone romano immortalato dai film dei Vanzina, tanto fumo e niente arrosto. E simpaticamente si è auto-nominato padrone del Pd romano, imponendo una candidatura che – sia chiaro – non si può nemmeno pensare di mettere in discussione con le primarie. Facile prevedere che si ritirerà o andrà al macello, in questo caso facendo pure un favore alla Raggi, perché indebolendo i dem spedirà la sindaca uscente ancora più certamente al probabile ballottaggio con la destra.

Ma di questo ai giornali adoranti interessa poco. Pur di togliersi di mezzo una prima cittadina con tre peccati gravissimi – è dei 5 Stelle, ha chiuso la mangiatoia di Roma e di nuovo è dei 5 Stelle – va bene tutto. Pure quel simpatico ex ragazzo di Calenda, anche se non ne ha mai combinata una giusta, nemmeno con questa candidatura.

https://www.lanotiziagiornale.it/editoriale/calenda-e-la-stampa-che-piace/

La stampella, - Massimo Erbetti

 

Siete la stampella del PD…ma lo sapete cosa è una stampella? A cosa serve una stampella? La stampella è un ausilio per la mobilità utilizzato per contrastare una difficoltà motoria o un infortunio che limita la capacità di camminare…capito? Essere stampella, come dite voi non è essere sottomessi, ma aiutare qualcuno a muoversi, a camminare…altrimenti senza di noi, senza la stampella, quel qualcuno non potrebbe andare da nessuna parte…è chiaro? E poi, ma stampella di che? Che hanno fatto loro, che noi abbiamo subito? Quali atti? Quali leggi? Dai su forza, elencatene almeno due…aspetto con ansia…non vi vengono in mente vero? E certo che non vi vengono in mente, perché non ci sono, non esistono. L'agenda è la nostra, se non ci fossimo stati noi al governo, a quest'ora già stavate piangendo per il MES…come dite? Il MES lo abbiamo già firmato almeno 5 volte? Ma chi ve lo ha detto? Salvini? Ma Salvini quale? Quello che ieri sera al TG1 inveiva contro il governo per le nuove strette delle misure anti covid e le chiusure alle 24 degli esercizi di somministrazione? Ma lo stesso Salvini che è il leader dello stesso partito di Fontana che nel servizio successivo dello stesso TG, implorava il governo di chiudere tutto perché altrimenti il virus non si contiene?
E noi saremmo la stampella di qualcuno? E voi cosa siete? I boccaloni che credono a tutto e non capiscono nemmeno che il capo va in giro con la mascherina con su scritto Trump facendo finta di essere suo amico e non più di 2 anni fa pagava 50 dollari per farci una foto insieme? Lo stesso Salvini che accusa il governo di non aver fatto nulla contro il virus e se ne andato in giro tutta l'estate senza rispettare una sola regola e dicendo che il virus non c'era più? Ma se non c'era, cosa avremmo dovuto fare? Ma ringraziate l'universo che al governo ci stiamo noi, perché se ci fosse stato il vostro capo, non avreste certo avuto il tempo di pensare alle stampelle, avreste avuto ben altre cose a cui pensare. La stampella? Beh sappiate che se si toglie la stampella ad uno che ne ha bisogno, quello cade a terra…praticamente la fine che avete fatto voi dopo quel giorno di agosto…ah dimenticavo, a voi non c'è stato nemmeno di togliere la stampella…è bastato un mojto di troppo.
E poi ricordate che l'etimologia della parola stampella è: "strumento che lascia un'impronta nel terreno"...noi lasceremo il segno. 

https://www.facebook.com/photo?fbid=10218561517214798&set=a.2888902147289

Prima noi. - Rino Ingarozza

 

Certo che la Lega è in continua evoluzione.

È partita con "Prima la Lombardia"
poi è passata a "Prima il Nord/est"
Subito dopo ....."ma si, aggiungiamo anche il Nord/ovest" e quindi "Prima il nord .... ma nord nord"
Ma quasi quasi ....aggiungiamo anche la Toscana, l'Emilia Romagna e la Liguria. E allora.... "Prima il nord nord, ma anche il nord un po' meno nord".
Passano gli anni e ...... ma si, facciamo pace con Roma ladrona e mettiamoci anche le Marche e l'Umbria.
E allora ......"Prima il nord nord, il nord un po' meno nord, e il centro"
Poi arriva Salvini e ......"Ma io ho sempre amato Napoli, il suo dialetto, Peppino di Capri, le canzoni classiche e i neomelodici. "🎶🎶..Dicitencellu a sta cumpagna vosta...🎶🎶🎶🎶".
E Matera? Amo i sassi. Anche se prima me li tiravano addosso.
E Crotone? Il bel mare di Crotone, la sua storia, Pitagora.
E Poi Bari, quella vecchia e quella nuova. E Palermo? Mamma mia Mondello ....
E Cagliari? Ajo'......E Campobasso, con i suoi musei.
Insomma tutto il sud.
E quindi ....."Prima il nord nord, il nord un po' meno nord, il centro, il sud e le isole".
Si narra che qualcuno lo avvicino' e gli sussurro' in un orecchio "Segretario, si chiama Italia. Quello che ha detto prima va bene, lo ha studiato bene. Anche la canzoncina ha imparato a memoria. Ora mi raccomando, non sbagli il nome".
Ok, disse lui, e allora Prima l'Itaglia.
"Italia, segretario, Italia. Senza la "G" gli suggerirono ancora.
E allora fu ......Prima l'Italia e prima gli itagliani. "Italiani ....segrata' italiani ........e che caxxo".
Il testimone passò di mano in mano.
Prima Bossi, poi Maroni e, infine, Salvini.......il grande, irreprensibile Matteo Salvini. Non sapevo facesse politica (direbbe Aldo di Aldo, Giovanni e Giacomo). Di male in peggio.
Pian piano, però, iniziarono a venir fuori molte magagne della Lega.
Il suo fondatore, Umberto Bossi, venne addirittura condannato, in maniera definitiva, a otto mesi di reclusione, per violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti.
In pratica i soldi che noi tutti, con le nostre tasse, donavamo al suo partito, lui li usava per cose personali. Si ristrutturo' il palazzo dove viveva. Pago' la laurea all'estero del figliolo prediletto, detto "'il trota" e tante altre porcherie.
Voi vi chiederete se Bossi abbia scontato la pena. Certo, assolutamente, anzi la sta ancora scontando e sapete dove? A San Vittore? No..... Acqua .....dai, sforzatevi .....vi arrendete? Ma certo ... a palazzo Madama, sede del Senato italiano. Lo hanno premiato. Tu rubi? Sei idoneo per fare il Senatore. "Logica Lega" credo si chiami. Ma mica c'è solo lui, in parlamento, ce ne sono tanti. Indagati e anche condannati.
Poi arriva l'era Maroni. Resta poco come segretario del carroccio. Viene subito candidato ed eletto come Presidente della regione Lombardia.
Anche lui, per non essere da meno, del suo predecessore, anzi, dei predecessori (e cioè Bossi come leader della Lega e Formigoni come ex Governatore della Lombardia) si becca la sua bella condanna ad un anno, per aver favorito l'assunzione di due sue ex collaboratrici.
"Non potevo essere da meno" avrà pensato il buon Maroni. "Mica sono più fesso di loro". E si, hai proprio ragione ......qui nessuno è fesso.
In mezzo a queste porcate, altre storie losche, come quelle del loro tesoriere (tale Belsito) che aveva addirittura fatto sparire "la cassa" della Lega, usandola per uso personale, per pagare le multe del figlio di Bossi e addirittura investendo in diamanti. Sarà in galera, direte voi. No, è stato salvato dalla prescrizione.
Non sarà per questo motivo, che tutti i partiti, non vogliono allungare i tempi della prescrizione, come chiesto dal movimento 5 stelle? A pensar male si fa peccato ma spesso si indovina, diceva Andreotti (e lui se ne intendeva).
E Cota? Di Cota, presidente della regione Piemonte, ne vogliamo parlare? Questo con i soldi nostri si comprava, tra l'altro, le mutande.
Rigorosamente verdi. ....🎶🎶🎶 Mi ricordo mutande verdi...🎶🎶🎶
Poi arriva la ciliegina ....... i 49 milioni. Di questo si sa tutto e non mi dilungo. Dico solo ....immaginate se tutti quelli che ricevono una cartella esattoriale, dall'ufficio delle entrate e riscossioni, chiedessero una dilazione di pagamento in 80 anni?
Infine arrivano i camici di Fontana, scoperti dal miglior programma della televisione italiana (Report) e i suoi conti all'estero. In qualsiasi paese del mondo, chiunque fosse stato trovato con le mani nella marmellata, come è stato trovato lui, si sarebbe dimesso. Lui no, è ancora lì. Con la scusa della presunzione di innocenza. Ma de che.... se è talmente evidente quello che è successo. Hanno persino raddoppiato gli incarichi alla figlia avvocato. Con tanti avvocati disponili, la regione Lombardia dà incarichi alla figlia del suo Presidente. Questi si credono padroni delle istituzioni. E poi (notizia fresca fresca) la gestione "abusiva" di un maneggio, a Varese da parte della moglie e della cognata di Giorgetti (numero due della Lega), così, tanto per non farsi mancare niente. 🎶🎶 Oh oh cavallo. Oh oh cavallo, oh oh 🎶🎶 . Anche questa cosa, scoperta da Report. Per non parlare di centinaia di indagati in tutta Italia.
Certo, lo so, c'è anche Salvini indagato per sequestro di persona, ma per questo aspettiamo l'esito del processo (se mai si celebrerà). La vicenda dei rubli russi e la vivenda dei commercialisti ..di cui Salvini ...."Nenti sacciu".
Anche questa storia, vedremo come andrà a finire.
Non c'è che dire. Nel corso di tutti questi anni ne hanno fatte di cotte e di crude. Questa è la Lega che si candida a guidare il nostro paese. Questo è il partito che dovrebbe scrivere le regole, imporre le leggi agli altri. Sarebbe come affidare la cassa a Diabolik o a Arsenio Lupin.
C'è da dire, però, che sono stati coerenti. Si sono evoluti. Sono passati da prima il nord nord, il nord un po' meno nord, il centro, il sud e le isole a quello che era sempre il loro progetto, la loro idea di Stato, il loro motto originario, e cioè:
Prima noi.