domenica 27 febbraio 2022

“Open, nessun reato dei pm: le chat acquisite lecitamente”. - Marco Grasso e Valeria Pacelli

 

Chiesta l’archiviazione per i magistrati fiorentini denunciati da Renzi: “Sull’uso dei messaggi deve decidere il giudice competente”.

Per i magistrati di Genova i colleghi di Firenze non hanno commesso reati nell’indagine sulla Fondazione Open. Il perché lo scrivono in tre pagine in cui chiedono di archiviare il procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo e i pm Luca Turco e Antonino Nastasi, indagati per abuso d’ufficio dopo la denuncia di Matteo Renzi dello scorso 11 febbraio. Si tratta dei tre pm fiorentini che hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio per finanziamento illecito nei confronti di Renzi e altri nell’ambito dell’indagine sulla Fondazione Open (udienza preliminare il 4 aprile). Renzi li ha denunciati per violazione dell’articolo 68 della Costituzione (sulle guarentigie parlamentari) e abuso d’ufficio, lamentando che erano stati “acquisiti senza autorizzazione a procedere” i suoi messaggi Whatsapp di giugno 2018 con l’imprenditore Manes (non indagato) e le mail con l’imprenditore Marco Carrai, indagato per finanziamento illecito nella stessa indagine fiorentina su Open. Renzi nella sua denuncia fa anche riferimento all’estratto del conto corrente finito agli atti.

Su questi fatti la Giunta per le autorizzazioni a procedere ha sollevato un conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale: per la giunta era necessaria l’autorizzazione preventiva del Senato. La relazione è stata approvata (con 167 voti sì e 76 no) anche dal Senato. Vedremo cosa deciderà la Consulta.

Intanto nella richiesta di archiviazione la Procura di Genova spiega perché l’autorizzazione a procedere per acquisire l’estratto del conto corrente del senatore non era necessaria: “Si è trattato – scrivono i pm – di acquisizioni documentali (…) che non rientravano nella nozione di corrispondenza per cui potevano, così come ha precisato anche la Suprema Corte (…), essere oggetto di sequestro senza previa autorizzazione della Camera di appartenenza”. Ci sono poi le email e messaggi, risalenti a quando Renzi era già senatore. Tra questi quelli con Carrai, il quale ha presentato ricorso contro le perquisizioni del 2019, incassando diversi pareri favorevoli della Cassazione, l’ultimo, senza rinvio, il 18 febbraio. Le chat di Carrai saranno sfilate dal processo.

Per i pm di Genova, però, sulle chat non c’è un problema di acquisizione. I messaggi del senatore, spiegano nella richiesta di archiviazione, sono finiti agli atti in modo casuale e non “mirato”: “Non si ravvisano – scrivono i pm – evenienze dalle quali si possa desumere che ci si trovi in presenza di acquisizioni ‘mirate’, emergendo anzi elementi di segno opposto”. Inoltre “i sequestri – continuano i pm – sono stati eseguiti nei confronti di soggetti non legati dal rapporti di parentela” con Renzi, ma “direttamente sottoposti a indagine (Carrai) o ai quali erano riferibili contributi (Manes) a favore della Fondazione, rispetto alla quale lo stesso querelante ha sempre precisato non rivestire cariche formali”.

La questione, secondo i pm genovesi non è dunque se si potevano sequestrare le chat, ma il loro utilizzo nel procedimento Open e su questo, spiegano, deve decidere il giudice di Firenze competente. Non è una questione di “illiceità delle acquisizioni probatorie, che evidentemente non sussiste” – è scritto nella richiesta di archiviazione –, semmai di “utilizzabilità degli elementi probatori acquisiti nei confronti del parlamentare, essendo invece pacifica l’utilizzabilità nei confronti degli altri indagati non tutelati”. E così i pm concludono: “Deve ritenersi esclusa ogni ipotesi di reato in relazione alle condotte dei magistrati (…), trattandosi invece di questione endoprocessuale, che appartiene alla esclusiva competenza del giudice penale di Firenze competente (…) che in questa sede non può essere valutata”.

Sarà il Gup di Genova – davanti al quale Renzi chiederà di essere interrogato – a decidere se archiviare. “Se Genova impiega solo 10 giorni (per decidere sulla denuncia, ndr) – ha detto il leader di Iv – significa che ha una straordinaria efficienza (…). Sono certo che sia sempre così per tutti e non solo quando gli indagati sono colleghi magistrati”. Essendo questioni procedurali, spiegano fonti investigative, le indagini si sono basate sullo studio della giurisprudenza e delle sentenze di Cassazione: ciò basta per chiedere l’archiviazione.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/02/26/open-nessun-reato-dei-pm-le-chat-acquisite-lecitamente/6508280/?utm_content=marcotravaglio&utm_medium=social&utm_campaign=Echobox2021&utm_source=Facebook&fbclid=IwAR1-AgWa8vBTO2d3l-LKaGFHFa1ueuOU493iqu9CU9xZFlsZdeTBDJBAqz0#Echobox=1645874298

sabato 26 febbraio 2022

L'uomo, la Terra, il Tempo e l'Universo


Esiste un Universo immenso e, a quanto pare, in costante espanzione; il solo pensiero della sua immensità crea nell'animo umano un'angoscia, l'angoscia dovuta all'impossibilità di comprenderne il concetto.

Come anche il concetto di eternità, è angosciante per svariati motivi, tra i quali l'impossibilità di comprendere il concetto di totale assenza del trascorrere del tempo; il tempo esiste quando esistono un inizio ed una fine, quando non c'è una fine esiste solo la caducità di un tempo rapportato al giorno che si alterna alla notte, o ad altre banalità. Non si avrebbe neanche la necessità di contare i giorni, i mesi e gli anni, credo.

Ma torniamo all'esistenza di Universo.

Il caso ha voluto che un piccolo pianeta, (immagino che fosse inizialmente una delle tante grosse rocce prodotte dal Big Bang e che abbia assunto la sua forma rotonda roteando nello spazio alla velocità esponenziale prodotta dalla deflagrazione, oppure di fosse formata, sempre roteando a forte velocità, raccogliendo la polvere circostante), trovandosi in una posizione ideale di vicinanza ad una stella e, traendo da essa calore, abbia, casualmente, incominciato a produrre tante forme di vita.

Provvista d'acqua, senza la quale non sarebbe possibile la alcuna forma di vita, ha nutrito le spore che hanno dato inizio alla vita sotto forma di: "Piante, Animali, Monera (a cui appartengono i Procarioti, batteri e alghe azzurre), Protisti (con gli organismi unicellulari) e Funghi.(wiky)"

Tra queste forme di vita si sviluppò anche l'uomo.

Si, purtroppo, l'uomo che, invece di godere di ciò che il pianeta terra gli procurava gratuitamente, ha incominciato a sentirsene padrone e poiché altri padroni non accettavano che ci fosse un unico padrone, cominciarono a spartirsi territori di terra, creando confini tra loro. Ma neanche questo bastò, perché all'interno degli stessi confini c'erano altri padroncini che non accettando che ci fossero dei grandi padroni, crearono le fazioni, per cui continuano a combattersi tra loro.

Senza l'uomo la terra sarebbe rimasta un paradiso dove fauna e flora avrebbero convissuto in eterno godendo dei frutti che donava.

Ma l'uomo c'è, e, pertanto, si sono create le disuguaglianze, i razzismi, le ingiustizie, lo strapotere che si avvale del servilismo, ... 

Un caos dal quale non si riesce ad uscirne, così ingarbugliato, che è impossibile trovare una soluzione logica, ragionata e, pertanto, a qualsiasi problema, si reagisce con la forza delle armi: uomini che uccidono altri uomini per avvalersi dello strapotere fine a se stesso, perché si rifiutano di ammettere che il loro comportamento non segue schemi logici e comprensivi, essendo privi di discernimento morale, economico e intellettuale.

Siamo, ormai, vittime di algoritmi che decidono per noi, che ci inseguono, ci spiano per incanalarci nei meandri stabiliti da chi il potere lo detiene per raggiungere ad ogni costo fini personali privi di etica.

Amen.

Cetta.

Sting - Russians (Official Music Video)


In Europa e in America, c'è un crescendo d'isteria
Condizionato in risposta alle minacce
Dei retorici discorsi dei Sovietici
Il sig. Krushchev ha detto, "vi seppeliremo"
Io non sottoscrivo questo punto di vista
Sarebbe come una cosa ignorante da fare
Se anche i Russi amano i loro bambini

Come posso salvare il mio piccolo ragazzo
dal giocattolo di morte di Oppenheimer
Non c'è monopolio nel senso comune
Da ogni lato dello schieramento politico
Condividiamo la stessa biologia
A dispetto dell'ideologia
Credimi quando te lo dico
Spero che anche i Russi amino i loro bambini

Non c'è precedente storico
Per mettere le parole in bocca al Presidente
Non c'è nessuna cosa come una guerra da vincere
È una bugia in cui non ci crediamo più
Il sig. Regan dice noi ti proteggeremo
Non sottoscrivo questo punto di vista
Credimi quando te lo dico
Spero che anche i Russi amino i loro bambini
Condividiamo la stessa biologia
A dispetto dell'ideologia
La cosa che può salvare noi, me e te
È che anche i Russi amino i loro bambini

Ucraina, considerazioni. - Giuditta Gatto

 

Siamo governati da un impero globale, composto da poche persone, che si sono impadronite del 70% della ricchezza dell'intero pianeta. I ricchi sono sempre meno e molto più ricchi i poveri sono sempre di più e sempre più poveri, d'altronde questa grande verità l'aveva già scoperta negli anni 60, oltre ai grandi economisti e filosofi del IX secolo anche un piccolo parroco di un piccolo paese... don Milani. Ma aldilà delle nostre considerazioni su chi ha questo potere e con quali potenti strumenti tecnologici governa anche le nostre idee e i nostri giudizi sugli avvenimenti che accadono nel mondo, vi sono delle realtà oggettive a cui nessuno può sfuggire. A proposito dell'Ucraina infatti la storia non mente, fu fatto un colpo di Stato nel 2014 voluto da USA e UE, che instaurò un Governo corrotto e che in pratica appoggiò il partito neonazista ucraino, colpevole impunito della terribile strage di Odessa, nel 2015 fu messo fuori legge il partito comunista ucraino.....dimostrazione davvero democratica per l'occidente, nei fatti si al neonazismo e no al partito comunista, il no al partito comunista sarà stato per simpatia con l'America... è inverosimile che ciò accada in Europa il continente di coloro i quali ogni anno si riempono la bocca di antifascismo e anti nazismo nel giorno della "memoria". Da allora nei fatti è scoppiata la guerra, infatti è da allora che gli USA piazzano missili balistici e altro sulle frontiere della Russia, questo per bloccare in tempo eventuali risposte ad un attacco bellico USA. Ovviamente come non siamo virologi non siamo neanche profondi conoscitori della geopolitica, però anche per questo ci sono semplici realtà a cui non si può sfuggire come ad esempio l'impegno degli USA a vendere, tramite il suo Governo fantoccio, gran parte dei gasdotti ucraini alla SCHEL....ovviamente è semplice, il possesso dei gasdotti sappiamo cosa significano economicamente per un Paese, soprattutto per coloro che per questo vogliono appropriarsene e il Venezuela di Guaidò, messo a capo del Paese sempre con il solito colpo di Stato, voluto sempre dagli USA è uno dei tanti esempi di tattica e democrazia americana nel mondo. Ora però, secondo sempre i consueti programmi dei Servizi segreti USA, aspettiamo che vengano procurate sommosse popolari in favore degli americani e della UE per dimostrare che Putin è un dittatore e giustificare magari qualche azione violenta nei suoi confronti. La storia è sempre la stessa, gli americani non hanno ancora trovato qualcosa di nuovo che possa almeno coprire la bugia con scuse diverse da quelle usate dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi, questa è la dimostrazione della loro decadenza economica sociale e culturale, sempre se di cultura si può parlare. Però anche se non siamo politologi esperti, vi sono alcune cose semplici che la storia ci ha insegnato, c'è "l'imprevisto" e l'imprevisto potrebbe essere una presa di coscienza, in senso solo economico e cioè di convenienza, di chi regge le sorti dell'impero, o dell'intromissione di qualcuno o qualcosa che non proviene e non fa parte dell'impero stesso...staremo a vedere, intanto chi davvero soffre, come sempre, sono solo e soltanto i cittadini inermi costretti a subire.

https://www.facebook.com/photo?fbid=5081879575208800&set=a.458399947556809

Ettore Zanca - Ucraina

 

In questi giorni ha tenuto banco una questione che non vale nemmeno la pena ricordare, tanto la sapete tutti, si, quella cosa lì che tutti dicono e che appena si accenna a un altro argomento immediatamente si dice “ma possibile che pensate ad altro mentre sta succedendo?”. Ovvero la famosa polemica sulla riproduzione dello scarabeo stercorario.
No scherzo, volevo vedere se eravate attenti.
Siamo tutti preoccupati per il potenziale scoppio della terza guerra mondiale. E io sono qui per alleviare questa angoscia. Se no che ci sta a fare Ettoruzzo vostro?
Che poi me li immagino quelli che si indignano perché si parla d’altro mentre scoppia la guerra. Con i gomiti sul tavolo di casa, lo sguardo fisso e il coniuge che chiede “amore che hai?” e loro: “silenzio! Non vedi che sto pensando al Donbass?”. E poi postano convinti i loro strali contro Putin. Lo vedo proprio Vladimirone che guarda facebook e dice “oh raga, Pierelzeviro Castracani mi ha appena fatto brutto con un post, forse davvero sto esagerando”.
Ma poi: anche se pensiamo alla guerra che potere abbiamo? Io nemmeno riesco a fermare il postino che fugge dopo aver messo l’avviso della raccomandata da ritirare senza nemmeno citofonarmi, figuriamoci un conflitto mondiale.
Anyway (che fico dirlo ve’?) andiamo al dunque. Far scoppiare una guerra mondiale non è per niente una cosa facile. Sia Putin, sia Biden non decidono così solo perché gli rode.
Entrambi hanno una valigetta che viene immaginata con dentro un bottone. Biden e Putin se le sono promesse facendo a gara a chi ha il bottone più grosso, non quello della patta, purtroppo.
Il bottone attiverebbe il lancio dei missili. Ecco. Uno dei due, spero entrambi, sta dicendo una minchiata colossale.
Attivare il lancio di 900 testate nucleari statunitensi (tante sono, conviene abituarsi), non è solo questione di premere un bottone. La procedura è più complessa. Si compone di una valigetta, denominata “football”, in cui altro che bottoni, ci sono solo fogli. Sono codici alfanumerici di attivazione delle procedure che autorizzano i militari a entrare in preallarme.
I generali si mettono davanti alle postazioni, inviando un ordine di armamento al comando nucleare centrale. Più o meno la burocrazia che ci vuole in Italia per ristrutturare casa.
Ma non basta, la valigetta è custodita da cinque militari, che aiutano il presidente a decidere. E non finisce qui. La vera e propria attivazione del lancio, avviene con un biscotto. Esatto. Il presidente degli Stati Uniti ha in mano una credit card chiamata biscuit. Con quella digita un pin, confermato dal segretario di Stato e la “festa” può cominciare.
Il biscuit mi porta a varie riflessioni. La prima è che il nome non deve essere casuale. In effetti se fanno casino lanciandosi missili tra loro, il biscotto vero e proprio finisce a noi. Indovinate dove. Poi mi viene da pensare con terrore se Biden si trova improvvisamente a corto di liquidi e deve fare un prelievo bancomat, se sbaglia carta? Sono cazzi. Praticamente ci parte una guerra nucleare perché voleva pagare il caffè e due marche da bollo.
Infine la cosa più grave. Questa carta, nel tempo, non è stata proprio custodita benissimo. Jimmy Carter la mandò in lavanderia con un vestito, Clinton la perse per sei mesi. E non disse nulla a nessuno. Forse è perché sapeva benissimo che a nascondere le marachelle proprio bravo non era. Però sicuramente in quel periodo non avrebbe voluto attaccare gazzarra con nessuno, metti che si finiva alle brutte, che figura ci faceva?
Putin viceversa, è più prudente e ci tiene a farci sapere che lui la valigetta la porta anche al cesso.
E qui si fa più difficile. L’unica speranza è che rimanga a corto di carta igienica e a quel punto i codici alfanumerici verranno sacrificati per una nobile causa.
Siete più tranquilli? Bene. A qualcosa servo ogni tanto. Come diceva mio padre quando gli davo rare soddisfazioni da genitore.

venerdì 25 febbraio 2022

Razzi su Kiev e in Italia riparte il pollaio. - Antonio Padellaro

 

Dispiace davvero occuparsi, mentre le bombe scoppiano e la gente muore, del tragicomico cortiletto italiano. Urlano le sirene a Kiev e noi ci svegliamo con la voce di Enrico Letta che irrompe a Radio Rai (nell’eccellente filo diretto che aggiorna minuto per minuto la situazione). Cosa vuole dirci di così urgente il segretario del Pd? Un’iniziativa italiana per il cessate il fuoco? Che vuole paracadutarsi nelle trincee del Donbass? No, vuole semplicemente tirare un petardo tra le scarpe di Matteo Salvini perché è a lui che si rivolge quando denuncia “troppi distinguo, troppe ambiguità, troppi posizionamenti filorussi”, per intimare: “o di qua o di là”. Infatti, subito, Salvini con una coda di paglia lunga fino a Mosca chiede che l’Italia “condanni senza ambiguità l’attacco all’Ucraina”, pur senza mai approfondire il tema delle sanzioni contro l’amico Vlad. Poi aggiunge che se “qualcuno usa per beghe interne questa tragedia dimostra di essere un piccolo uomo” (e anche Letta è sistemato). Si continua così per tutta la giornata, tra distinguo e frecciatine su chi è più servo di Putin o di Biden, finché giunge notizia che Matteo Renzi si è dimesso dal board di Delimobil – la più grande compagnia di car sharing russa – in seguito all’invasione dell’Ucraina. Se non ci fosse da piangere sarebbe la comica finale, perché immaginiamo lo sgomento che la notizia avrà suscitato al Cremlino dove non si aspettavano una sanzione così feroce. A parere di tutti gli analisti l’aggressione militare russa avrebbe improvvisamente compattato il fronte occidentale che fino a ieri notte si era presentato in ordine sparso, da New York a Parigi a Londra a Berlino, con ciascun leader convinto di avere in tasca la chiave giusta per indurre a più miti consigli lo zar. Che tuttavia da ieri ha una chance di vittoria in più stante lo scarsissimo spirito bellico della politica romana, che è sempre quella dell’armatevi e partite. Non a caso Churchill diceva che gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/02/25/razzi-su-kiev-e-in-italia-riparte-il-pollaio/6506847/?fbclid=IwAR2wbq15HxSqi4QO6A4hETh5v5BI6XFcRb-br8Ke_wFWaeMPEMLxrPWLy7o

Zitti e Mosca. - Marco Travaglio

 

L’attacco criminale di Putin all’Ucraina è un post scriptum degli imperialismi del XX secolo, totalmente fuori sincrono rispetto al comune sentire delle opinioni pubbliche mondiali. Non solo per le nuove generazioni che la guerra, fredda o guerreggiata che fosse, l’hanno letta sui libri di storia, ma anche per quelle che l’hanno vissuta e poi archiviata. Per questo lascia la gente senza parole e rende false e vuote le parole dei governanti che ne sono prodighi. Quelli che menano le danze, Putin e Biden, sono due cascami del Novecento che stanno per compiere 70 e 80 anni, formattati mentalmente nel vecchio mondo che ora rispunta dalla tomba come gli zombi. Con una differenza: Putin parla a un popolo che non dimentica nulla, tantomeno la sua vocazione nazionalista ancora frustrata dal crollo dell’Urss e dalle provocazioni dell’Occidente che ha fatto di tutto per umiliarlo, violando l’impegno di non allargare la Nato a Est; Biden parla a un popolo che non ricorda quasi nulla, salvo i tributi di sangue pagati a far guerre in giro per il mondo, perdendole drasticamente tutte dal 1945. Quindi la guerra non toglie consensi a Putin (a meno che la perda), ma ne toglierebbe parecchi a Biden (che già ne ha pochi) col rischio che ne approfitti la terza potenza, quella tragicamente più al passo coi tempi: la Cina. Quanto a noi, cittadini della cosiddetta Europa, pagheremo il solito tributo di soldi per conto terzi, passando da uno stato d’emergenza (sanitario) a un altro (bellico). Con l’aggravante – per noi italiani – di doverci pure sorbire il cinepanettone delle Sturmtruppen in servizio permanente effettivo, che trasformano le peggiori tragedie nell’eterna commedia all’italiana.

“Noi l’avevamo detto”. È il mantra dei Nando Mericoni a mezzo stampa (“Pronto-Amerega-me-senti?”), che da tre mesi si calano l’elmetto sul capino e rilanciano ogni giorno le veline della Cia sull’invasione russa “tra oggi e domani” e ora, dopo aver fatto e rifatto lo stesso titolo fasullo, si vantano di averci azzeccato. Come se il compito dell’informazione fosse ripetere cento volte una fake news sotto dettatura (“oggi piove”) e poi, quando la centunesima volta si avvera, fingere che fosse sempre stata vera (“visto che oggi piove?”). E come se drammatizzare urlando “Al lupo! Al lupo!” non fosse il modo migliore per sdrammatizzare: un regalo al lupo che, quando arriva, non ci crede o non si scandalizza più nessuno. Ora semmai qualcuno si chiede come mai l’amico americano, se sapeva tutto da mesi, ha lasciato l’Ucraina così impreparata e sola dinanzi all’attacco.

“Legalità internazionale”. Bei tempi quando qualche governo poteva insegnarla agli altri.

Oggi non ci sono “buoni” titolati a dare lezioni ai “cattivi” russi, visto che Usa e Ue si sono macchiati di guerre illegali e criminali (peggio ancora se avallate dall’Onu) in ex-Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia, Somalia e via bombardando.

“Ci vorrebbe l’Europa”. Fa il paio col “non ci sono più le mezze stagioni”. L’Europa politica e militare non è mai nata per non dispiacere al residuato bellico della Nato (a 31 anni dalla fine del Patto di Varsavia), con alleati indecenti come la Turchia (impegnata a sterminare i curdi nel silenzio degli atlantisti). Finché accetteremo che lo Zio Sam faccia casini in giro lasciandoci il conto da pagare, in termini di migranti (Libia e Afghanistan), terrorismo (Iraq), affari mancati (Cina) e bollette (Ucraina), resteremo il vaso di coccio fra due potenze che si rafforzano a scapito nostro. E piangere sull’Europa che non c’è non sarà solo inutile: sarà ridicolo.

“Tremenda vendetta!”. Posto che, in base ai trattati, la Nato non può inviare truppe in Ucraina, la reazione sarà in forma di parole e di sanzioni. Le parole abbondano e mettono tutti d’accordo. Ma Putin le snobba, anzi le capitalizza agli occhi del suo popolo e del suo establishment (che l’altroieri era tutt’altro che allineato e coperto). Altra cosa sono le sanzioni, che per la Ue escludono gas e banche, per gli Usa no. Su questo conta Mosca: quando si passerà dalle parole ai fatti, il fronte occidentale si rivelerà pura finzione.

“Abbasso i putiniani!”. La caccia agli amici di Putin scatenata dai giornaloni e dal Pd c’entra poco con la guerra in Ucraina e molto con le guerricciole da buvette di Montecitorio: serve a screditare Salvini (che con e sulla Russia ne ha dette e fatte di tutti i colori, ma Putin manco lo conosce) e Conte (reo di un approccio multilaterale in politica estera, peraltro in linea con la tradizione diplomatica italiana, da Moro ad Andreotti, da Prodi a D’Alema allo stesso Frattini). Altrimenti sul banco degli imputati ci sarebbe anzitutto B., quello dei festini con l’amico Vlady nella dacia e a villa Certosa, delle sceneggiate a base di lettoni e plaid trapuntati, delle leccatine alle democrazie-modello di Putin e Lukashenko. Invece è tutto prescritto, in vista del campo largo di Letta (zio e nipote).

“Finché c’è guerra non si tratta”. È la linea di Biden, dunque di Draghi. Ma quando si dovrebbe trattare: in tempo di pace? I negoziati servono quando si combatte, per ottenere tregue e poi trattati. E a mediare non è adatto chi è intruppato in una fazione. Perciò servirebbe, in Europa, qualcuno che tenga una postura più terza e meno appiattita sugli Usa. O almeno che si levi l’elmetto, guardi al di là del proprio naso e scopra ciò che è ovvio dalla notte dei tempi: gli amici te li puoi scegliere, i nemici no.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/02/25/zitti-e-mosca/6506800/