“Stanno facendo una gran manfrina per lasciare su il Porcellum”: non è vero. “Col pretesto di cambiare il Porcellum stanno preparando una gran porcata”: è abbastanza vero, ma si tenga conto che sono divisi da interessi conflittuali. Occhio: immagine e sostanza sono piuttosto distinti, anche in questo tema apparantemente astruso.
La facciata della questione della riforma elettorale si basa su sentimenti, istinti, giudizi ormai ben noti. Chi decide chi andrà in Parlamento? “I capipartito o i cittadini-elettori?” Il dito è puntato contro le liste bloccate del Porcellum. Allora nella facciata – e nella nuova vulgata popolare - la questione viene vista così: sti capipartito mollano o no ai cittadini il potere di scelta? Molto meno popolare è una discussione seria su come meglio si può esercitare questo potere di scelta, se con le preferenze, con i collegi, quali, o con le primarie sulle liste.
Ma la questione che ha mobilitato tanta gente – ovvero quella di come vengono scelte le persone, i rappresentanti in Parlamento – è stata affiancata e superata da un braccio di ferro sul premio di maggioranza, che a questo punto è la principale sostanza del problema, perché determina quale maggioranza esce o può uscire dal voto. Quando i big del Pdl dicono, “ha ragione Napolitano, non si può andare al voto con questa legge, la gente non lo tollererebbe” in realtà non pensano alla cosiddetta “differenza tra Parlamento dei nominati e Parlamento degli eletti” ma alla possibilità di impedire che si formi una coalizione di centrosinistra che conquisti il Governo, come è avvenuto l’anno scorso in quasi tutte le città in cui si è votato, da Milano a Cagliari. ( O una coalizione “alternativa” come a Napoli e Palermo.) Quello che viene messo in discussione è il premio di maggioranza alla coalizione o il premio di maggioranza tout court, proponendo in alternativa il premio al primo partito o il proporzionale alla tedesca e basta.
Non sono concetti astrusi o vuote formule. Significa che mentre col premio di maggioranza alla coalizione – che con diverse sfumature vige in Italia da 19 anni per Comuni Province Regioni e Parlamento – possono esistere centrosinistra e centro destra, o anche altre proposte, ma legate alla candidatura di un nome e cognome preciso alla testa di un esecutivo, e dopo le elezioni si sa subito che alleanza ha vinto e chi governa, se aboliscono il premio alla coalizione nasce una Terza Repubblica in cui le alleanze vere sono variabili dopo le elezioni. Adesso abbiamo letto che Pdl Udc e Lega proporrebbero il proporzionale. Mica per il pluralismo – metterebbero lo sbarramento per evitare di dare spazio a concorrenti minori – ma perché sanno che non vinceranno le elezioni e quindi vogliono evitare che il Pd e i suoi alleati – o 5 stelle se avesse un’ulteriore crescita – abbiano in Parlamento, col premio di maggioranza, i numeri per governare.
Altro che nominati del Porcellum o preferenze, sarebbe una improvvisa svolta nel sistema , una svolta che arriverebbe dall’alto prima ancora che la gente capisca di cosa si tratti. Il premio diciamo di maggioranza al primo partito – e non alla coalizione – è una variante azzardata di questo disegno, non sarebbe comunque sufficiente a creare una maggioranza parlamentare. E’ un sistema in vigore in Grecia, dove ha provocato la ripetizione di due elezioni anticipate in due mesi, e in concreto, in Italia, è un tentativo di corrompere il Pd perché in nome di un vantaggio di partito rinunci al meccanismo della coalizione.
Purtroppo la indignazione contro i nominati si è riversata tutta sulla legge elettorale e su tutta la legge elettorale, ( nessuno si è occupato invece della riforma dei partiti), e ora – mi si scusino i riferimenti animali – l’anti Porcellum rishia di essere il “cavallo di Troia” di ben altro. A questo punto è meglio votare con la attuale legge, ma le liste bloccate dei candidati devono essere assolutamente formate e verificate con la base degli elettori prima d presentarle.
ps: vi chiedo scusa per la lunghezza, ho lavorato molto per offrire un testo aperto che può essere utilizzato, integrato, linkato etc in una mobilitazione autogestita on line da chi condivide questo punto di vista, di elettore che non vuole essere fregato da un colpo di mano di un Parlamento morente.