lunedì 16 marzo 2015

Strage ulivi in Puglia, aperta inchiesta. “Ma istituto indiziato gode di immunità”.

Strage ulivi in Puglia, aperta inchiesta. “Ma istituto indiziato gode di immunità”

La procura di Lecce indaga sull'origine del batterio Xylella fastidiosa che sta decimando gli alberi in Salento e su eventuali omissioni nell'arginarlo. Una pista porta all'Istituto agronomico mediterraneo di Valenzano. La pm Mignone a Famiglia cristiana: "Ma non è violabile dalla magistratura".

La strage degli ulivi in Salento diventa un caso giudiziario. Con una particolarità. Uno dei possibili indiziati, l’Istituto agronomico mediterraneo di Valenzano (Bari), “gode per legge di immunità assoluta”, spiega il pm di Lecce, titolare dell’inchiesta Elsa Valeria Mignone in un’intervista a Famiglia Cristiana. “L’autorità giudiziaria italiana non può violare il domicilio dell’istituto, non può effettuare sequestri, perquisizioni o confische”, spiega il magistrato.
La procura di Lecce indaga sull’origine del batterio Xylella fastidiosa che sta decimando gli alberi di ulivo salentini. L’inchiesta, secondo quanto riferiscono alcuni quotidiani, starebbe seguendo due possibili strade. La prima è che il batterio sia arrivato in Puglia in occasione di un convegno scientifico che fu organizzato nel settembre 2010 dall’Istituto agronomico mediterraneo. La seconda pista ipotizza che il batterio killer sia stato introdotto con le piante ornamentali importate dall’Olanda e provenienti dal Costa Rica. L’indagine sarebbe volta ad accertare anche se vi siano “omissionì negli interventi per frenare l’epidemia da quando l’allarme è diventato conclamato”.

Arrestato Ercole Incalza, super dirigente delle grandi opere. - M.F.r.


Il super-dirigente delle Infrastrutture è stato arrestato nell'ambito dell'inchiesta coordinata dalla Procura fiorentina sull'Alta Velocità.

Il super-dirigente del ministero dei Lavori Pubblici Ercole Incalza, è tra i quattro arrestati dell'inchiesta della Procura di Firenze e del Ros. Gli altri sono gli imprenditori Stefano Perotti e Francesco Cavallo, e Sandro Pacella, collaboratore di Incalza. Fondi del governo ci tengono a precisare che Incalza «attualmente non riveste nessun ruolo o funzione neanche a titolo gratuito». 

Secondo l'accusa sarebbe stato proprio Incalza - definito «potentissimo dirigente» del ministero dei Lavori Pubblici, dove è rimasto per 14 anni, attraversando sette governi, fino all'attuale - il principale artefice del «sistema corruttivo» scoperto dalla procura di Firenze.

Sarebbe stato lui, in particolare, in qualità di 'dominus' della Struttura tecnica di missione del ministero dei Lavori pubblici, ad organizzare l'illecita gestione degli appalti delle Grandi opere, con il diretto contributo di Perotti, cui veniva spesso affidata la direzione dei lavori degli appalti
incriminati. 

Riguardo agli altri due arrestati, Pacella è un funzionario del ministero, stretto collaboratore di Incalza, così come gravitava nell'ambito del dicastero anche Cavallo, presidente del Cda di Centostazioni Spa, società del gruppo Ferrovie dello Stato. 

L'inchiesta fiorentina 
L'inchiesta coordinata dalla procura di Firenze ha portato già a quattro arresti e vede oltre 50 indagati. Il bando dell'inchiesta è il nodo fiorentino dell'Alta Velocità e per il sotto-attraversamento della città. Da lì l'inchiesta si è allargata a tutte le più importanti tratte dell'Alta velocità del centro-nord Italia ed a una lunga serie di appalti relativi ad altri grandi opere, compresi alcuni relativi all'Expo.

Le accuse 
Agli indagati vengono contestati i reati di corruzione induzione indebita, turbata libertà degli incanti e altri delitti contro la Pa. Le ordinanze di custodia cautelare sono in corso di esecuzione dalle prime ore di questa mattina a Roma e a Milano da parte del Ros, che contestualmente sta effettuando in diverse regioni perquisizioni di uffici pubblici e sedi societarie riconducibili agli indagati. Un «articolato sistema corruttivo che coinvolgeva dirigenti pubblici, società aggiudicatarie degli appalti ed imprese esecutrici dei lavori»: è quanto evidenziato dall'inchiesta.
Secondo i carabinieri del Ros, coordinati dal procuratore Giuseppe Creazzo, Incalza aveva anche «portato un rilevante contributo» per agevolare il Consorzio Nodavia, capeggiato dalla Cooperativa rossa Coopsette. 

Chi è Ercole Incalza e cosa fa la struttura di missione
La carrierra di Ercole Incalza, già dirigente di lungo corso del ministero delle Infrastrutture, ha avuto una svolta nel 2001 con la nomina a capo della segreteria tecnica del ministro Pietro Lunardi (governo Berlusconi); ed è poi rimasto al ministero per quattordici anni, attraversando sette governi, lasciando l'incarico solo il 31 dicembre scorso. È passato attraverso Antonio Di Pietro (governo Prodi), quindi è stato promosso capo struttura di missione da Altero Matteoli (di nuovo Berlusconi), confermato da Corrado Passera (governo Monti), Lupi (governo Letta) e poi ancora Lupi (governo Renzi), fino a tre mesi fa. La struttura di missione delle Infrastrutture è lo snodo di tutte le grandi opere del Paese, il nuclueo dirigenziale del governo che sovrintende all'attuazione della legge obiettivo, al piano nazionale delle infrastrutture al monitoraggio di tutti gli investimenti. 

Dalla Cassa del Mezzogiorno alla Tav Ma la dirigenza di Incalza alla Struttura di missione è solo l'ultima parte di una lunga carriera iniziata negli anni '70 alla Cassa per il Mezzogiorno, della quale diventa dirigente nel 1978, assumendo nel marzo 1980 la responsabilità del Progetto Speciale dell'Area Metropolitana di Palermo. Giovane socialista pugliese approda al ministero dei Trasporti con Claudio Signorile.
Nel 1983 è consigliere del ministro dei Trasporti, poi nel giugno 1984 assume la responsabilità di capo della segreteria tecnica del Piano Generale dei Trasporti. Dal gennaio 1985 dirigente generale della direzione generale della Motorizzazione civile e dei trasporti in concessione, passa alle Ferrovie dello Stato nell'agosto 1991, per diventare amministratore Delegato della Treno Alta velocità Tav Spa dal settembre 1991 al novembre 1996.

Nel 1998 finisce ai domiciliari insieme all'ex presidente di Italferr Maraini. Dopo la bufera della Tangentopoli di Necci e Pacini Battaglia a metà degli anni Novanta, Incalza torna alla ribalta al ministero di Porta con Pietro Lunardi e diventa poi il braccio destro del ministro Altero Matteoli con l'incarico di capo della struttura tecnica di missione.

domenica 15 marzo 2015

Costantini: “Piano di intervento dell’ARO approvato. Presenti errori gravi”

Costantini: “Piano di intervento dell’ARO approvato. Presenti errori gravi”

“Pessima gestione della delega. L’Assessore Lo Coco si dimetta”

Monreale, 15  marzo - “In una situazione così critica non sono ammessi errori o incapacità da parte di chi amministra”. 
Fabio Costantini, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle di Monreale, entra nel merito della questione rifiuti e lancia pesanti critiche sulle competenze dell’assessore al ramo, Giuseppe Lo Coco: “Abbiamo già dimostrato, durante il corso dell’ultimo Consiglio Comunale, come l’Assessore Lo Coco continuasse a sostenere che il Piano d’intervento Aro non fosse stato approvato e che questo causasse l’impossibilità di definire la modalità di gestione del servizio e come questa fosse un’informazione falsa.
Carte alla mano lo abbiamo sbugiardato presentando i documenti ufficiali (che sono stati allegati al verbale) dai quali si evince invece come sia avvenuta l’approvazione del Piano d’intervento Aro di Monreale”.
Secondo Costantini inoltre nel piano presentato vi sarebbero evidenti errori:

“A differenza del Dipartimento Regionale dell’acqua e dei rifiuti che non entra nel merito del piano (ma che ne prescrive semplicemente la conformità a parametri generali come ad es. il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata entro 31/12/2015), abbiamo analizzato il contenuto del piano e ci siamo resi conto di alcune “stranezze” che compromettono gravemente i risultati ottenuti. Infatti nel computo del costo del servizio risultano esser stati calcolati due stipendi in più (per un ammontare di €85.000) e, cosa ancora più grave, tra i proventi derivanti dalla vendita del materiale differenziato (materie prime post consumo), vi è una differenza nei valori di oltre €930.000!! In sintesi, le risultanze del piano d’intervento risultano maggiorate di oltre 1 Milione di Euro.
Si aggiunga infine come nel computo dei 73 profili operativi (e dei relativi costi) siano stati inclusi soggetti non più in servizio a vario titolo (decessi, pensionamenti, etc.) che si stimano essere intorno alle 9 unità, le cui remunerazioni sono state dunque ricomprese tra i costi del servizio.
Vi sono dunque circa 1,5 Milioni di Euro in più che, sommati al sacrificio delle remunerazioni richieste agli operai (derivante dalle riduzioni delle retribuzioni oggetto di concertazione) danno luogo a margini ampissimi per la riduzione delle tariffe e per un forte recupero di efficienza sul servizio.
Come se non bastasse, apprendiamo dai media come l’Assessore Lo Coco prosegua mendacemente nel fare affermazioni non corrispondenti al vero, infatti il suo nome non figura assolutamente tra gli 11 sottoscrittori richiedenti il Consiglio Comunale aperto nel quale si discuterà della tematica dei rifiuti e che darà modo a tutti i cittadini ed agli operai che lo riterranno, di poter partecipare ed intervenire direttamente in Consiglio Comunale.
Riteniamo a dir poco pessima la gestione di questa delega, ribadiamo come sarebbe opportuno che l’Assessore facesse un passo indietro, nell’interesse degli operai e di tutti i cittadini Monrealesi.

sabato 14 marzo 2015

Alessandro Di Battista (M5S) MAI PIU' SCHIAVI DEL MARCO.



Pubblicato il 13 mar 2015
Firma contro l'Euro: cerca il banchetto più vicino a te http://goo.gl/vljYVj
Qui tutte le info sulle attività del M5S in Parlamento: http://www.parlamentari5stelle.it
www.facebook.com/montecitoriocinquestell­e

Scoperta la mitologica citta’ Egizia di Thonis-Heracleion.

Giaceva trenta metri sotto il livello del mare. Ci sono voluti tre anni di scavi e quattro di ricerche geofisiche. La città porta il nome di Heracleion per i greci, o Thonis per gli antichi egizi.
Una città a dir poco mitologica riemerge dagli abissi Mar Mediterraneo dopo essere stata sepolta nella sabbia e nel fango per piu’ di 1200 anni e’ stata scoperta a 30 metri sotto il livello del mare ad Abukir, nei pressi di Alessandria.
 In fondo al mare d’ Egitto è stata ritrovata una città nascosta, una città avvolta per secoli da un mito secondo cui la città era stata letteralmente inghiottita dal Mar Mediterraneo. Oggi il mito si sta rivelando essere  realtà storica.
Il professor Barry Cunliffe, un archeologo dell’Università di Oxford che ha partecipato agli scavi, ha asserito in un comunicato stampa: “È una scoperta archeologica travolgente! Reperti distesi sul fondo del mare, ricoperti e protetti dalla sabbia, sono stati stupendamente conservati per secoli”.
Il francese Franck Goddio e il suo team di archeologi dello IEASM (European Institute for Underwater Acheology) , dopo ricerche geofisiche durate oltre 4 anni e scavi della durata di ben 13 anni, stanno ripercorrendo gli eventi e scovando i frammenti storici necessari per svelare i misteri della città scomparsa.
Dalle acque di Abukir sono riemersi reperti sorprendentemente ben conservati che raccontano di un vivace porto antico, di un centro-cardine decisivo per il commercio internazionale del tempo e anche di un attivo centro religioso. Quello che ne emerge, di conseguenza, è che ‘Thonis-Heracleion’ sarebbe stato un punto di riferimento commerciale importante per gli scambi di merci e beni tra il Mediterraneo e il Nilo.
Ma ciò che ci si domanda è: perché è affondata Heracleion? La squadra di Goddio ipotizza che la causa debba essere ricercata nelle caratteristiche argillose del suo suolo che, in caso di terremoto, possono aver potuto provocare distruzioni di tale portata; tuttavia le ipotesi sono ancora tante e la verità è ancora da sviscerare.
Finora sono stati dissotterrati 64 antichi relitti di navi, più di 700 ancoraggi , monete d’oro, pesi da Atene, stele di grandi dimensioni di scritte egiziane e greco antico, manufatti religiosi. È stata rinvenuta una grande statua di granito rosso di carattere religioso, una scultura in pietra di 16 piedi, la stele richiesta dal faraone Nectanebo I (378-362 a.C.) che rievoca nell’aspetto la stele di Naucrati presente presso il Museo Egizio del Cairo, e tanto altro ancora.
“L’indagine ha rivelato un enorme paesaggio sommerso, con i resti di almeno due importanti insediamenti antichi, all’interno di una parte del delta del Nilo, attraversato da corsi d’acqua sia naturali che artificiali“.
Lo ha affermato Damian Robinsondirettore del Centro di Archeologia Marittima dell’Università di Oxford. Il dottor Robinson sovrintende allo scavo di una delle navi sommerse, ribattezzata Nave 43, ed ha scoperto che gli egiziani avevano elaborato uno stile originale per fabbricare le loro imbarcazioni. Il dottor Robinson sta anche cercando il motivo per il quale alcune navi sono state deliberatamente affondate.
Ed aggiunge:

“Una delle questioni chiave è il motivo per il quale i cimiteri delle navi siano stati creati a circa un miglio dalla foce del Nilo. Il reperto Nave 43 sembra essere parte di un grande assembramento di almeno una decina di altre imbarcazioni facenti parte di un vasto cimitero marittimo“, ha spiegato il dottor Robinson. “Non si tratterebbe di un semplice abbandono, ma di uno stratagemma per bloccare le navi nemiche all’ingresso della città portuale. Dobbiamo, però, anche considerare l’ipotesi che queste imbarcazioni siano state affondate per semplici scopi di bonifica“.
Il porto ed i suoi bacini portuali hanno restituito anche pesi commerciali e prove della diffusione e della circolazione della moneta, come i pesi che servivano per attribuire valore alle monete. Thonis-Heracleion ha svolto un ruolo davvero importante nella rete del commercio a lunga distanza nel Mediterraneo orientale. Era la prima tappa per i commercianti stranieri che arrivavano in Egitto.
Tra i pesi in piombo recuperati dal mare ve ne sono alcuni piuttosto interessanti che sembrano di provenienza ateniese. E’ la prima volta che pesi come questi vengono individuati in uno scavo in terra d’Egitto. I ricercatori hanno anche analizzato più di 300 tra statuette ed amuleti dell’epoca tolemaica. La maggior parte di queste statuette raffigura divinità egizie quali OsirideIside ed Horus e sono in condizioni davvero eccellenti.
Il ritrovamento di tali reperti archeologici coadiuverà gli storici nella ricostruzione storica dei fatti, un appassionante compito per tutti gli archeologi subacquei che stanno cercando di dare nuovamente luce a questa città perduta attraverso i cocci di storia che, una volta riuniti tutti assieme, costituiranno un altro puzzle affascinante delle terre faraoniche d’Egitto che per secoli seducono tutto il mondo, scrivendo così nuove pagine nei libri di storia.

Monete d'oro

Phiale d'oro recuperata da Thonis-Heracleion


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venerdì 13 marzo 2015

IL TECNOCRATE NEOLIBERISTA BORIS NEMTSOV MARTIRIZZATO PER AVVIARE LA MARCIA DI VESNA RUSSA, O VERA E PROPRIA PRIMAVERA RUSSA. - SCOTT CREIGHTON



“Le riforme di Nemtsov furono lodate dal primo ministro britannico Margaret Thatcher“.

Tra i media occidentali, presi dalla disperazione di demonizzare Vladimir Putin e la Russia in generale, Boris Nemtsov è salutato come un “carismatico leader dell’opposizione e un “riformatore” del vecchio stato sovietico. “Un politico della cinematografia di Hollywood”, così lo ha definito un giornalista ciarlatano del Bloomberg. Certo, quest’ultimo ha anche detto che Boris Yeltsin è stato “il populista perfetto” e quindi questo lascia il tempo che trova.

“Ammirava il coraggio di Nemtsov dedito alla lotta contro la corruzione in Russia.  Nemtsov era un instancabile sostenitore del suo paese, lottava per i suoi concittadini per ottenere quei diritti di cui tutti i popoli dovrebbero godere” Obama.

In verità, Boris Nemtsov ha dedicato la sua carriera aiutando l’occidente nella neoliberalizzazione dei paesi dell’ex Unione sovietica (Ucraina dopo la rivoluzione arancione) e ha anche aiutato ad avviare  il processo di “liberalizzazione”  durante gli anni dell’odiato Boris Yeltsin.  

“Appena dopo la rivoluzione arancione,  quando le elezioni e una serie di proteste stavano per cominciare in Ucraina, Yushchenko nominò Nemtsov come consigliere economico Wiki.
“Nel novembre  del 1991, Nemtsov fu nominato Governatore della regione di Nizhny Novgorod. Fu rieletto per la stessa carica dopo le elezioni del dicembre 1995.  Il suo mandato fu caratterizzato dal programma di riforme per l’implementazione del vasto e caotico libero mercato che si guadagnò il soprannome di “Laboratorio della Riforma” per Nizhny Novgorod, traducendosi in una significativa crescita economica per la regione. Le riforme di Nemtsov si guadagnarono la stima del primo ministro britannico Margaret Thatcher, che lo incontrò nel 1993. (Chinayeva, 37).” Wiki.

La sua vita fu dedicata al servizio di istituzioni come il FMI, la Banca Mondiale, l’UE (aiutandola in seguito  ad accusare Putin per i problemi in Ucraina) e il National Endowment for Democracy (visto che loro avevano seguito il tentativo di indirizzare una rivoluzione in Russia non molto tempo fa). Senza alcuna prova, Nemtsov  accusò i separatisti nell’est dell’Ucraina per l’abbattimento dell’aereo 17 dicendo che dovevano essere uccisi tutti per quello che avevano fatto.

Praticamente, Boris Nemtsov fu un traditore del popolo russo più o meno ad ogni svolta della sua carriera. 

Una volta considerato l’uomo scelto da Yeltsin per tutto il lavoro di neoliberalizzazione che portò il paese alla rovina, Nemtsov era sulla buona strada per diventare il Philippe Pétain della Russia (Capo di Stato nella Francia di Vichy) o un Arthur Neville Chamberlain (il compiacente primo ministro britannico).

I media occidentali (tanto neoconservatori e quanto i falsi democratici [alias tramite il consenso di Washington] ) vorrebbero farci credere che tutto ciò che è successo l’altra notte quando qualcuno è saltato giù da una macchina ed ha sparato al povero eroico Nemtsov quattro volte mentre la donna ucraina con cui egli stava camminando sarebbe rimasta a guardare. Lei è rimasta illesa. Questa è una foto della donna.



Sotto, una foto recente di Nemtsov. Possiamo immaginare quanta cocaina deve esserci stata per far funzionare questa storia d’amore?




Veramente? Questi “professionisti” avrebbero lasciato l’unico testimone oculare con poco più di un graffio?


Per la cronaca, questo “leader dell’opposizione” rappresentava forse appena l’1% del voto popolare mentre Vladimir Putin si sta gustando il più alto consenso popolare della sua carriera, qualcosa come l’86% di approvazione.


È un po’ come dire che una formica  sta guidando “opposizione” a una tigre.

Due giorni prima del suo omicidio, Nemtsov annunciò una marcia che avrebbe dovuto svolgersi oggi. Lui l’aveva presentata come una corsa per tutti i partiti d’opposizione in Russia per unirsi contro “la guerra di Putin” in Ucraina e per protestare contro la “crisi” economica in Russia.
L’aveva chiamata la marcia di Vesna, o “primavera russa” e non prometteva grandi aspettative, visto e considerando il sentimento anti-russo che questo tizio trasuda da ogni poro della sua pelle.
Adesso è cosi, e la “primavera russa” ha trovato il suo martire.
Hmmm.
Un’altra cosa interessante: la tipa che era con Nemtsov e che sembra tanto una prostituta, guarda caso è ucraina.
Pensiamoci un attimo.

Qualcuno doveva far sapere agli assassini dove lui si sarebbe trovato o comunque avrebbe dovuto fare in modo di portarlo su quel ponte a mezzanotte.Nessun’altro sta pensando a come hanno messo in piedi la storia di Dominique Strauss-Kahn?
“Non c’è dubbio che questo omicidio è stato pianificato con cura. Il luogo e l’orario dell’assassinio sono stati individuati prima anch’essi. Gli investigatori hanno scoperto che Boris Nemtsov stava andando con la sua amica nel suo appartamento, che si trova vicino al luogo del delitto. Gli organizzatori e gli esecutori potevano sapere il tragitto di Nemtsov.” Vladimir Markin, portavoce per il comitato investigativo, così ha dichiarato ai giornalisti. RT.

L’uomo del FMI in Ucraina, Petro Poroshenko, ha detto di Nemtsov, che questo era un “ponte” fascista fra l’Ucraina e la Russia.

Poroschenko ha dichiarato oggi che Nemtsov possedeva una qualche forma di evidenza segreta che provava che l’invasione militare in Ucraina da parte dei russi. A quanto pare attraverso carrarmati invisibili e lanciamissili che i nostri satelliti spia non possono fotografare.
“Ha detto che lui (Nemtsov) avrebbe rivelato prove convincenti dell’ingerenza delle forze armate russe in Ucraina. Qualcuno era veramente preoccupato per questo…Lo hanno ucciso” Porky Poroshenko, oggi.

Certo, proprio come quei 6 “passaporti russi” che ha sventolato sotto il naso come una “prova” che il suo paese era stato invaso, Porky non ha dato una vera prova di tale affermazione. Ha solamente parlato di aria fritta. Certamente, questo è sufficiente per i pompati occidentali come Reuters o Huffington Post per scrivere la storia.
Se lo dice Porky, dev’essere vero.
Per chiunque presti attenzione, Poroshenko sembra voglia fare qualsiasi cosa pur di mantenere il controllo sul suo regime fascista marionetta in Kiev e i sentimenti anti-Poroshenko stanno crescendo abbastanza negli ultimi tempi, perfino nella parte occidentalizzata del paese. Non può far aderire la gente a questa proposta, sebbene sia vincolante e sempre più persone stiano parlando male del governo neoliberista imposto dalla Nato e da Barack Obama non molto tempo fa.

La gente nell’est dell’Ucraina e sempre più anche coloro che vivono nell’ovest, sembrano cambiare opinione e andare nella stessa direzione di quell’86% della popolazione in Russia.
E “puff”…qualcuno va avanti e cerca di incastrare Putin per l’omicidio di un “leader dell’opposizione” trombato e invecchiato a Mosca.
E lasciano la presunta prostituta ucraina lì in piedi, illesa, come unica testimone oculare.
Hmmmm.

C’erano molte parti in campo che ci avrebbero guadagnato da questo colpo. Ultimo fra questi è proprio Vladimir Putin.

Certamente,  i pompati occidentalizzati non possono fare due più due, di nuovo. Nemmeno ci dobbiamo aspettare che siano in grado di farlo. E quindi, eccoci qua.
Adesso, non poteva che essere stato ferito da un coglione neoliberista della nazione russa. Oppure poteva essere qualcuno che si era rotto le scatole di questi tentativi di imporre lo stile di Vichy e di vendere il paese agli avvoltoi capitalisti che già sono pronti e stanno aspettando col fiato sospeso di fare a pezzi la Russia e venderla ad una minima offerta miliardaria.

Queste, sono certo eventuali possibilità.
Ma poco si incastrano con le circostanze e nemmeno con le tempistiche.
Qualcuno l’ha organizzata. Probabilmente lo hanno trascinato in questa bella passeggiata al chiaro di luna su quel ponte a mezzanotte. Qualcuno che sapeva chi era lui, qualcuno dei servizi segreti che conosceva e tracciava i suoi movimenti.
Qualcuno che aveva bisogno di un martire per cercare di dare un colore ad una nuova rivoluzione in Russia o perlomeno qualcosa che potesse screditare Putin in Ucraina.
Quindi di nuovo, l’arciduca austriaco Francesco Ferdinando ci torna a mente. Potrebbe essere l’invisibile “mano nera” dei marcati all’opera? Credo che solo il tempo potrà dirlo.

Scott Creighton

Fonte: https://willyloman.wordpress.com
Link: https://willyloman.wordpress.com/2015/02/28/neoliberal-technocrat-boris-nemtsov-martyred-to-kick-off-russian-vesna-march-or-russian-spring/
28.02.2015
Traduzione per www.cmedonchisciotte.org  a cura diAlessandro Gautier

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=14766

L'assoluzione e l'amnesia. - Ezio Mauro



Silvio Berlusconi non ha commesso i due reati del caso Ruby per cui era stato condannato a sette anni in primo grado, poi assolto in Appello. La concussione non esiste, dopo le modifiche introdotte dalla Severino, la prostituzione minorile nemmeno, perché manca la prova che l’imputato conoscesse l’età della ragazza. La vicenda giudiziaria è dunque chiusa, con la pronuncia della Cassazione che assolve in forma definitiva l’ex presidente del Consiglio.

Si capisce la soddisfazione di Berlusconi e dei suoi seguaci dopo la fine di un incubo per due accuse infamanti per chiunque e insopportabili per un leader politico. Si capirebbe di più se si accompagnasse ad una riflessione: la “giustizia a orologeria” della magistratura italiana, una “metastasi” che agisce “a fini politici” è semplicemente una stupidaggine trasformata in arma ideologica. Come ogni imputato, Berlusconi ha potuto sostenere le sue ragioni nei tribunali, ottenendo soddisfazione in due sentenze su tre: come nessun altro imputato, ha potuto usare il potere esecutivo per far pressione sul giudiziario, chiedendo intanto al potere legislativo di deformare la procedura penale per sfuggire al giudizio.

Questo è ciò che è successo negli ultimi cinque anni. Ripetiamo qui quel che abbiamo sempre detto: la cosa per noi importante era che l’accertamento giudiziario della verità potesse compiersi fino in fondo, come accade per tutti i cittadini, senza contemplare un’eccezione per un cittadino più potente degli altri, dimostrando che davvero la legge è uguale per tutti. Questo è accaduto, dopo che Berlusconi ha provato a incendiare il sistema pur di nascondere lo scandalo.

Oggi l’assoluzione viene trasformata in una sorta di amnistia personale o di amnesia nazionale, come se non esistesse una condanna definitiva dell’ex Cavaliere a 4 anni per frode fiscale, e soprattutto come se non rimanessero in campo le bugie manifeste sul caso Ruby: bugie irrilevanti giudiziariamente, pesanti politicamente. Nell’ultimo paradosso berlusconiano, il tentativo è quello di recuperare dalla vicenda giudiziaria quella forza perduta nella vicenda politica. E invece, Berlusconi oggi non ha più alibi davanti alla sua leadership, esaurita benché assolta.


http://www.repubblica.it/politica/2015/03/12/news/l_assoluzione_e_l_amnesia-109320917/?ref=fbpr