Nel Movimento si inizia a discutere della possibilità di sedersi al tavolo con il presidente incaricato dal Colle. Prima il ministro degli Esteri si è appellato alla maturità e poi il premier dimissionario è intervenuto presentandosi come una delle prossime guide per i 5 stelle. Il senatore Di Nicola: "Si apre nuovo scenario. Tutti i partiti saranno coinvolti e non ci sarà governo più politico di quello di Draghi"
Partecipare a un governo politico a guida Mario Draghi non è più un tabù per il Movimento 5 stelle. Anzi è la direzione verso cui, almeno una parte dei vertici, vogliono spingere e il discorso di Giuseppe Conte davanti a Palazzo Chigi ha segnato l’apertura ufficiale. “Auspico un governo politico che sia solido e che abbia la sufficiente coesione per fare scelte politiche”, ha detto parlando ai giornalisti.
Il caos della lunga assemblea con i gruppi parlamentari di ieri è stata una tappa necessaria: la delusione per la fine dell’esecutivo Conte 2 e soprattutto l’amarezza per la sconfitta nella partita contro l’eterno nemico Matteo Renzi andavano affrontate collettivamente. Serviva lo sfogo e serviva cercare di esorcizzare la più dura delle botte. Ora però, bisogna voltare pagina. Perché, è la convinzione dei vertici, stare fuori da un governo istituzionale, potrebbe fare più male che schierarsi all’opposizione. Il primo a rompere il silenzio è stato Luigi Di Maio e non ha scelto mezzi termini: “Abbiamo il dovere di partecipare e ascoltare”, ha detto in una nota. “Poi decideranno i parlamentari”. E’ il “momento di essere maturi”. Neanche un’ora dopo, il premier dimissionario ha convocato la stampa e aperto per “il bene del Paese”. E lo ha fatto presentandosi ai 5 stelle se non come il leader, almeno come una delle prossime guide: “Al Movimento dico: io ci sono e ci sarò”. E’ il segnale definitivo per le aperture e ora fondamentali saranno le reazioni dei gruppi parlamentari: “Si apre un nuovo scenario”, ha commentato il senatore Primo Di Nicola, tra i primi promotori del dialogo. “Tranne Fdi, sono tutti più o meno con Draghi. Tutti i partiti saranno coinvolti e non ci sarà governo più politico di quello di Draghi. Dovremo scegliere se abbandonarlo al centrodestra, oppure accettare la sfida condizionando e recitando anzi un ruolo da protagonisti per gestire le immense risorse del Recovery fund e tutte le altre partite connesse con i bisogni e i diritti dei cittadini”. E’ tutta qui la chiave per capire cosa si muove nelle teste dei vertici del Movimento.
Conte leader? Il silenzio assenso di Grillo – “Io ci sono e ci sarò”. Con queste poche parole Conte si è rivolto al Movimento 5 stelle e marchiato uno dei momenti che faranno la storia per la creatura di Beppe Grillo. Il primo presidente del Consiglio espresso dai grillini lascia Palazzo Chigi e lo fa dando la sua benedizione a “un’alleanza con il centrosinistra” che non può finire così. E aprendo a un governo politico di Mario Draghi, ovvero un esecutivo con dentro esponenti politici del Movimento. E’ un passaggio fondamentale, per qualcuno drammatico, per altri di maturità. Chi ha ragione lo deciderà la storia. Intanto un fatto: il silenzio assenso di Beppe Grillo segna che dietro le mosse di Giuseppe Conte e Luigi Di Maio sono concordate. O almeno c’è stata una condivisione. Il fondatore ha scelto di non esporsi finora, nonostante una sua semplice parola possa cambiare completamente il corso degli eventi in casa 5 stelle. Ma intanto i suoi leader hanno deciso una linea e, in assenza di indicazioni contrarie, a quella lavoreranno fino in fondo.
Il primo segnale di Di Maio – Sono ore molto delicate e ogni parola è destinata a pesare. Neanche 24 ore fa Alessandro Di Battista ha fatto un post chiedendo ai suoi di “non cedere”. Oggi, un’ora prima delle dichiarazioni di Conte, Di Maio ha chiesto di abbassare i toni e invitato al dialogo: “Comprendo gli animi e gli umori di queste ultime ore. È legittimo”, ha scritto. “Stiamo attraversando una crisi politica complessa e non abbiamo colpe. Non abbiamo cercato noi lo stallo, non avremmo mai voluto che si arrivasse a questo, con una pandemia in corso e le enormi difficoltà del nostro comparto produttivo. Ma è proprio in queste precise circostanze che una forza politica si mostra matura agli occhi del Paese”. E proprio quel richiamo alla maturità, è già per molti visto come un appello. “Oggi si aprono le consultazioni del premier incaricato Mario Draghi, secondo la strada tracciata dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, che ringrazio. In questa fragile cornice, il MoVimento 5 Stelle ha, a mio avviso, il dovere di partecipare, ascoltare e di assumere poi una posizione sulla base di quello che i parlamentari decideranno. Siamo la prima forza politica in Parlamento e il rispetto istituzionale viene prima di tutto”. L’ultima parola insomma, spetterà sempre agli eletti. Anche se, è ormai chiaro come la linea indicata dai vertici sarà quella che conterà davvero. Dopo Di Maio, è arrivato il commento di Virginia Raggi. “Rompiamo gli schemi, il M5s apra a Draghi”, ha detto parlando con il Foglio. “Bisogna partire dai temi e puntare su un governo politico. Il paragone con il precedente Monti è sbagliato. Dal Recovery alla burocrazia si può fare molto”.