giovedì 29 ottobre 2020

Il premier e la guerra dei matti. - Gaetano Pedullà

 

L’impennata dei contagi è inarrestabile, la Francia torna in lockdown, le Borse di tutto il mondo crollano, ma in Italia si continua con le polemiche su cosa chiudere o non chiudere, e a chi tocca deciderlo. L’opposizione con in testa Salvini non offre aperture al Governo neppure su un decreto che al di là del brutto nome (Ristori) distribuisce subito oltre cinque miliardi, mentre le Regioni procedono in ordine sparso: chi ferma le scuole, chi lascia i ristoranti aperti fino alle 23, chi ha sul tavolo previsioni di ricoveri ospedalieri insostenibili e non volendo assumersi la responsabilità di scelte impopolari come il coprifuoco di grandi città sfruculia il ministero della salute, per capire se gli atti del ministro ancora contano più delle interviste in tv di un suo consulente.

Siamo la culla della civiltà, ma in nome del diritto di ciascuno di fare quello che ci pare assistiamo inerti ad assurde manifestazioni di piazza, e dobbiamo pure sorbirci i sofisticati interventi televisivi di chi giustifica questi stronzi che bruciano auto e devastano vetrine, perché senza lavoro si muore mentre chi si becca il Covid è in gran parte asintomatico. E pazienza se muoiono ogni giorno centinaia di persone.

L’Italia grazie al buonsenso di chi sta governando, e che probabilmente anche i peggiori detrattori un giorno ringrazieranno, sta cercando di evitare un nuovo game over delle attività. Perciò in piena emergenza far guerra all’Esecutivo è da folli, come lo è anche nella stessa maggioranza chi pensa alle poltrone. Ma di questi tempi mancano tante cose, ma non i matti in circolazione.

https://www.lanotiziagiornale.it/editoriale/il-premier-e-la-guerra-dei-matti/

“Vattene, buffone!” I ristoratori cacciano Salvini dalla piazza. - Vincenzo Bisbiglia e Giacomo Salvini

 

La destra che soffia sul fuoco.

L’occasione per soffiare sul fuoco è ghiotta: 150 ristoratori, pasticcieri e lavoratori dello spettacolo furibondi contro il governo per le nuove restrizioni. Un piatto su cui buttarsi a capofitto. E così è: alle 11.45 di una mattinata soleggiata, Matteo Salvini si presenta in piazza del Pantheon e inizia a girovagare tra le tovaglie bianche e le stoviglie di argento piazzate per terra dagli esercenti per protesta. Molti lo ignorano, qualcuno lo riconosce, anche solo per il codazzo di telecamere alle spalle: “Ma perché è venuto Salvini? Cosa c’entra, noi in piazza non lo vogliamo”.

Lui stringe qualche mano, scatta qualche selfie, ma nessun organizzatore gli si avvicina. Ma è già tutto preparato: in fondo alla piazza fa un collegamento con le tv e poi, sempre a favore di telecamere, si ferma a parlare con un ristoratore che gli chiede se arriveranno i soldi promessi. Il leader della Lega poi accenna il solito comizio – “I 5 miliardi previsti sono una mancia, noi romperemo per vigilare che arrivino” – ma a quel punto però accade quello che Salvini non aveva previsto: prima qualche fischio, poi dalla folla dei ristoratori parte il coro “Buffone, buffone, vattene”.

E lui, dopo solo un quarto d’ora, non può che lasciare la piazza per evitare la contestazione. “Noi non avevamo invitato Salvini – spiega il presidente di Fipe Roma, Sergio Paolantoni – siamo apolitici, nessuno ci doveva mettere il cappello”. Al termine della manifestazione l’irritazione è evidente: “Non era una manifestazione dell’opposizione – spiegano gli organizzatori – ma non possiamo nemmeno impedire a un parlamentare di venire”. Insomma, Salvini si è imbucato senza che nessuno lo sapesse. Oggi a soffiare sul fuoco ci proverà Giorgia Meloni che alle 11.30 sarà davanti al Mibact per un flash mob con i lavoratori del turismo ma l’esito non potrà essere lo stesso di Salvini visto che il sit-in è organizzato da FdI. Ma la strategia di cavalcare la paura e lo scontento – anche grazie alle reti Mediaset dove il leader del Carroccio va quasi ogni sera per raccogliere la disperazione di tassisti e ristoratori, come martedì su Rete 4 da Mario Giordano – sta fallendo su tutta la linea.

Dopo la cacciata dalla piazza, ieri è scoppiato il caso dei giovani leghisti che martedì sera si sono uniti al sit-in non autorizzato di Forza Nuova in piazza del Popolo dal quale sono nati gli scontri e i danneggiamenti nel quartiere Prati. La “prova” dell’adesione è uno striscione tricolore – “L’Italia riparte dai giovani”– messo in bella vista all’appuntamento leghista in supporto degli esercenti in piazza Cavour, portato in corteo fino a piazza del Popolo al grido di “Conte Conte vaff…” e “c’avete rotto er c…” e poi esposto fra fumogeni e petardi quando a prendere il comando è stato il vicesegretario nazionale di FN, Giuliano Castellino, che ai giornalisti urlava: “Dovete andare via! È la piazza nostra! Piazza unica!”.

Quelli che in Questura definiscono “militanti trasversali” sono invece rimasti a fianco del gruppone riunitosi attorno a Castellino e al leader nazionale Roberto Fiore, con il loro striscione in bella vista, fino al primo giro di sirene e alla carica del camion idrante della Polizia sbucato da via del Corso appena sono esplose le prime bombe carta. “Non c’è stata alcuna adesione a quella manifestazione – dice Claudio Durigon, coordinatore romano della Lega, contattato dal Fatto – i ragazzi sono subito andati via appena hanno visto che la situazione stava degenerando. Non c’è stato alcun coinvolgimento. La nostra manifestazione era quella di piazza Cavour, che è stata pacifica e rispettosa”.

https://www.blogger.com/blog/post/edit/2372701819119034825/4249305988290337966

Milano, manca il personale. Fiera svuota anche le Rsa. - Andrea Sparaciari

 

Doveva essere il jolly nel momento della crisi, invece l’Ospedale alla Fiera di Milano si sta rivelando un enorme problema per la sanità lombarda. Il motivo? La mancanza di personale. Mentre gli ospedali milanesi collassano sotto il peso dei ricoveri – “non c’è più posto per i pazienti. Avanti così, si rischia di morire in ambulanza o in casa, come accadeva in primavera”, avvertiva ieri Maurizio Viecca, primario di Cardiologia all’ Ospedale Sacco – l’Astronave di Guido Bertolaso si prendeva cura di soli 12 pazienti, affidati ai medici del Policlinico.

Ma per rendere operativi tutti i 102 posti annunciati servirebbero 102 rianimatori e 306 infermieri. Forze che gli uffici dell’assessore Giulio Galera non trovano. A testimoniare l’affanno di questi giorni, le due delibere della Direzione Welfare emanate nell’arco di sei giorni. Con la prima, la determina del 21 ottobre – come anticipato dal Fatto – si stabiliva che 7 ospedali lombardi (Policlinico, Niguarda, San Gerardo, San Matteo, Varese, Legnano/Busto, Humanitas) dovessero fornire altrettante équipe sanitarie. Ognuna, composta da 16 medici e 48 infermieri che avrebbe dovuto occuparsi di un modulo da 16 posti letto di Ti, la “struttura a stecca”.

Un ordine di scuderia suonato a vuoto, perché, come racconta un medico al Fatto, “con il casino che c’è, è finita l’epoca nella quale Trivelli (Marco, dg della sanità, ndr) scrive e le direzioni sanitarie si mettono sull’attenti!”. E, infatti, le équipe non sono arrivate. Perché, come dice il consigliere regionale di +Europa, Michele Usuelli, “in guerra, gli eserciti si tengono stretti i loro soldati migliori”, nel caso specifico, gli anestesisti-rianimatori. Tanto che Trivelli è costretto a diramare un’altra delibera il 26 ottobre, con la quale rivolge al personale di “tutte le strutture accreditate regionali” una chiamata “a collaborare per consentire l’attivazione delle Strutture sanitarie temporanee” di Milano e Bergamo.

E così pur di occupare l’Astronave in Fiera, si svuotano gli ospedali e le Rsa. La nuova delibera prevede infatti sì di mantenere la struttura a stecca, ma le équipe saranno composte da sanitari (liberi professionisti, partite iva, precari) di strutture diverse, che non hanno mai lavorato insieme. E, per invogliare a rispondere alla call – “preferibilmente su base volontaria” – sono stati previsti premi e incentivi. “A tale personale verrà riconosciuta l’indennità di missione, la possibilità di alloggiare, senza alcun onere, in strutture ricettive nei pressi della temporanea sede lavorativa (…), nonché l’accesso a sistemi di premialità concordati con le Ooss di categoria”. Un sistema premiale che sta creando un effetto perverso: siccome di infermieri sul mercato ce ne sono pochi, molti di quelli che stanno rispondendo provengono dalle Rsa. Così sono sempre di più le residenze che si stanno ritrovando senza personale. Alla Fondazione Carisma di Bergamo, secondo la Fp-Cgil, “su 100 infermieri, hanno fatto richiesta di trasferimento in 50”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/10/29/milano-manca-il-personale-fiera-svuota-anche-le-rsa/5983593/

Ne avessero azzeccata una!

Borsa: l'Europa brucia 230 miliardi, Milano 17,6 mld.

 

Giornata nera per Piazza Affari (-4%)

Il crollo delle Borse europee, in scia al proliferare dei lockdown nel Vecchio Continente, è costato ai mercati azionari circa 230 miliardi di euro di capitalizzazione, calcolata sulla base delle perdite subite dall'indice paneuropeo Dj Stoxx 600. A Piazza Affari il tonfo del Ftse Mib si è tradotto in 17,6 miliardi di valore azionario andato in fumo.

Giornata nera per Piazza Affari (-4%), come per le altre principali Borse europee e in linea coi cali a Wall Street, con la paura delle ripercussioni della seconda ondata di Covid. A Milano il listino principale ha chiuso tutto in rosso, tranne che per Saipem (+1,1%), nonostante i conti e mentre punta al tunnel sullo Stretto. In calo gli altri petroliferi, da Eni (-3,5%) a Tenaris (-3%), col greggio che precipita (wti -6%) a 37,2 dollari al barile.
    Lo spread è salito a 139 punti e le banche hanno ceduto, da Bper (-7,2%) a Intesa (-4,8%), Banco Bpm (-4,1%) e Unicredit (-3,9%). Giù Mediobanca (-4,97%) nel giorno dell'assemblea per l'elezione del Cda. Male Pirelli (-7%), perso il ricorso Ue sul "cartello nei cavi". Tra i titoli più penalizzati Buzzi (-6,4%), Enel (-6%), come Amplifon, quest'ultima pur coi dati del trimestre in ripresa. In rosso Fca (-3,8%) nonostante i conti sopra le attese, giù Exor (-5,6%). Nel lusso forte perdita per Moncler (-5,6%). Male Tim (-4,4%), Poste (-4,2%). Meno peggio Diasorin (-1,2%) e Fineco (-1,3%). (ANSA).

https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/10/28/borsa-covid-spaventa-milano-4-giu-banche-crolla-bper_db53e026-2d64-4dbb-9a40-fedde29b6ff6.html

Quando leggo queste notizie, mi si accende un campanellino nella testa... 230 miliardi non sono stati bruciati materialmente, quindi...?
L'unica risposta che mi frulla in mente è che non esistevano realmente, ma solo in una stima basata sul.... nulla!
Non sono neanche transitati da una tasca all'altra!
Semplicemente: non esistevano.
Questo fanno le borse affari.
Producono ricchezze basate sul nulla, sul plus valore di un prodotto che, pur non avendo subito alcuna modifica materiale, acquista maggior valore con i tagli degli stipendi, degli straordinari, tagli del personale, della sicurezza sul lavoro... operati dall'azienda produttrice quotata in borsa.
Tutte operazioni discutibilissime che tendono a gonfiare il prezzo delle azioni a beneficio di chi le detiene.
Tutto qui.
Quando gli incantesimi svaniscono, svanisce anche il plus valore basato sull'incantesimo.
PS: non per niente la chiamano "Piazza Affari" a cui aggiungerei l'aggettivo "Sporchi".
Quindi, a conti fatti, se si bruciano miliardi di plus valore del niente è come se non fosse successo niente per chi non ha "azioni" ma ne subisce le "azioni".
C.

Attacco alla cattedrale di Notre-Dame a Nizza, tre morti.

 

Attacco all'arma bianca nei pressi della chiesa di Notre-Dame, a Nizza. Il deputato di zona, Eric Ciotti, parla su Twitter di attentato. 

Secondo informazioni di BFM-TV, il bilancio dell'attentato nella chiesa di Notre-Dame di Nizza sale a 3 morti e diversi feriti.

E' stato fermato l'autore dell'attacco: lo riferiscono fonti di polizia citate dall'agenzia France Presse. "Tutto lascia supporre un attentato terroristico in seno alla basilica di Notre-Dame", dice il sindaco Christian Estrosi.

"Una donna è stata decapitata", dice ai microfoni di BFMTV Laurent Martin de Fremont, ufficiale di polizia di Nizza. In un primo momento sembrava che ad essere decapitato fosse stato un uomo. Ci sono altri feriti nell'attentato. L'aggressore, ha detto i funzionario, è stato ferito e si trova in ospedale. Non si esclude la presenza di complici.

Il premier francese, Jean Castex, lascia l'Assemblea Nazionale per recarsi alla cellula di crisi in Place Beauvau, dopo l'attacco a Nizza. Dopo il minuto di silenzio osservato dai deputati, il presidente dell'Assemblea, Richard Ferrand, ha sospeso la seduta.

"L'autore dell'attentato, mentre veniva medicato dopo essere stato ferito dalla polizia, continuava a gridare senza interruzione Allah Akbar": lo ha riferito il sindaco di Nizza, Christian Estrosi, intervistato da BFM-TV. Per Estrosi, "non c'è alcun dubbio sulla natura dell'attacco". 

Il presidente francese, Emmanuel Macron, si sta recando presso l'unità di crisi aperta al ministero dell'Interno di Parigi, in Place Beauvau, in seguito all'attacco alla basilica Notre-Dame di Nizza: è quanto afferma l'Eliseo.

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2020/10/29/attacco-vicino-notre-dame-nizza-almeno-1-morto-_f5179225-63aa-4244-8407-6ff5cd26d530.html

La libertà di pensiero e di parola, a volte, può causare ritorsioni violente se il soggetto dell'ironia non ha apertura mentale.
E le religioni si prestano poco all'apertura mentale, anche perchè, basandosi solo su teorie, lasciano poco margine al ragionamento.
La fede è qualcosa di personale, un bisogno dell'uomo che vuole sentirsi confortato nel momento del bisogno.
E scherzare su certi argomenti, ironizzare su ciò che l'uomo ritiene irrinunciabile, necessario, sacro, oltre a non essere eticamente comprensibile è, sopra tutto, sconsigliabile.
Specie se l'uomo, come nel caso in questione, ha solo la religione come punto di riferimento.
Io condannerei entrambi perchè colpevoli in egual misura.
C.

Sala di attesa. - Marco Travaglio

 

Anche oggi tutti si concentreranno sul numero dei nuovi positivi di ieri: 25mila su 200mila tamponi, contro i 22mila su 174mila di martedì (i morti sono in lieve calo, ma si riferiscono a casi di due settimane fa). Pochi segnaleranno che, almeno per un giorno, il rapporto positivi-tamponi rimane stabile (12,5%: se sia un fatto statistico passeggero o il primo timido frutto delle nuove misure del 13 ottobre e della paura crescente, è presto per dirlo). E pochi noteranno che 200mila tamponi in un solo giorno sono una bella smentita al mantra “Da marzo non si è fatto nulla” (a marzo i tamponi erano 20mila al giorno: un decimo di oggi). Ma c’è un altro dato che disturba chi non parla mai dagli unici responsabili della (dis)organizzazione sanitaria: le Regioni. La seconda ondata, diversamente dalla prima, investe tutto il territorio nazionale. Ma corre a velocità molto diverse da zona a zona. Prendiamo gli ultimi tre giorni. In alcune Regioni i nuovi casi giornalieri sono simili o in calo: Emilia-Romagna 1146 lunedì, 1413 martedì, 1212 ieri; Toscana 2.171, 1823, 1708; Lazio 1698, 1993, 1963; Campania 1981, 2761, 2427. In altre aumentano fino a quasi raddoppiare, ma non in una settimana come avveniva finora, bensì in tre soli giorni: Veneto 1129, 1526, 2143; Piemonte 1625, 2458, 2827; Liguria 419, 1127, 926. Poi c’è la Lombardia, sempre più fuori concorso e controllo: 3570, 5035, 7558 (rapporto positivi-tamponi 18,2%). Cioè i casi lombardi di ieri sono più del doppio di lunedì e 2700 (un terzo) si registrano a Milano.

Ricordate le polemiche, gli scaricabarile, le indagini sulla mancata zona rossa ad Alzano e Nembro? Ora i dati di Milano e mezza Lombardia (la meno toccata dalla prima ondata: Milanese, Brianza e Varesotto) sono infinitamente più gravi e allarmanti di quelli della Val Seriana a fine marzo per infetti, contatti non tracciati, morti, ospedali saturi. Che si aspetta a cinturare per qualche settimana questi territori e quelli di Napoli e di metà Campania e Piemonte, che da soli fanno 13mila contagi, cioè più della metà del totale nazionale? Mentre Fontana e De Luca dicono, disdicono e contraddicono, i sindaci Sala e De Magistris scrivono a Speranza per sapere se la proposta del suo consulente prof. Ricciardi su lockdown mirati sia a titolo personale o rifletta anche il suo pensiero. Ma il pensiero dei due sindaci, di grazia, qual è? Che aspettano a chiedere le zone rosse per difendere i propri concittadini e i propri ospedali dal Covid e il resto d’Italia da un lockdown generale? Sala se la prende comoda: “Abbiamo 10-15 giorni per decidere”. Chiederà di chiudere Milano quando sarà già chiusa tutta l’Italia.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/10/29/sala-di-attesa/5983568/

mercoledì 28 ottobre 2020

Decreto ristori: tempi, scadenze, modalità. Come fare per ricevere gli aiuti. - Andrea Carli

 

Via libera dell’esecutivo al provvedimento da 5,4 miliardi. Gualtieri: indennizzi entro metà novembre.

Una volta che il Governo ha dato il via libera al decreto Ristori da 5,4 miliardi, si tratta di capire come e in quanto tempo gli aiuti arriveranno sul conto corrente delle categorie colpite dalla stretta sulle attività messa in atto nel tentativo di arginare la seconda ondata di contagi Covid-19. Proprietari di ristoranti, bar e pasticcerie, gestori di discoteche e sale giochi, ma anche gli stessi lavoratori colpiti dalla stretta sulle attività in funzione anti Covid prevista dall’esecutivo con l’ultimo Dpcm in vigore fino al 24 novembre (tra gli altri lavoratori dello spettacolo, dello sport, stagionali, prestatori d’opera e intermittenti) chiedono tempi stretti e ristori veloci. Per quanto riguarda le attività che sono state chiuse, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha assicurato: indennizzi entro metà novembre.

Sul piatto contributi a fondo perduto raddoppiati, o anche quadruplicati in alcuni casi, con un tetto massimo a 150mila euro, per sostenere 460mila attività provate dalle nuove restrizioni anti-Covid. Si tratta di risorse recuperate tra i capitoli di spesa inutilizzati, gli “avanzi” di cassa dei finanziamenti monstre, circa 100 miliardi, messi in campo dall'inizio della crisi. A differenza rispetto alla prima edizione del fondo perduto introdotta al decreto Rilancio, in questo caso il ristoro sarà svincolato dalla perdita di fatturato. Il decreto Ristori è atteso per oggi, 28 ottobre, in Gazzetta ufficiale.

Tempi dell’accredito.

Nella fase di stesura del provvedimento Gualtieri ha incontrato le categorie travolte dalla stretta. A queste ha chiarito che per chi ha già ottenuto nei mesi scorsi l'indennizzo (decreto Rilancio), il riconoscimento dei nuovi fondi sarà automatico e arriverà con bonifico sul conto corrente da parte dell'agenzia delle Entrate «entro il 15 novembre». Concetto che il responsabile dell’Economia ha ribadito in occasione della conferenza stampa di presentazione del provvedimento: il Dl Ristori, ha sottolineato Gualtieri, «è contrassegnato da rapidità, semplifica ed efficacia». «Il contributo a fondo perduto - ha poi aggiunto - sarà erogato automaticamente a oltre 300.000 aziende che già lo hanno già avuto, e quindi contiamo per metà novembre di avere tutti bonifici effettuati da parte dell'Agenzia delle entrate».

Fin qui, la tempistica nell’assegnazione degli indennizzi per chi in passato ha già ottenuto sostegni. Per tutti gli altri, ossia quelli che, pur rientrando nella tabella delle attività individuate con i codici Ateco allegati al provvedimento, non hanno fatto domanda per ricevere il contributo a fondo perduto previsto dal decreto Rilancio, o avevano un volume d’affari e corrispettivi sopra i cinque milioni - ha spiegato ancora il ministro - ci sarà una nuova domanda (tramite il canale dedicato dell'Agenzia delle entrate, ndr) che contiamo porterà bonifici entro metà di dicembre».

Tra le novità dell’ultima ora, l’introduzione di un paletto per limitare l’accesso ai ristori a fondo perduto alle sole attività con partita Iva attiva alla data del 25 ottobre 2020. Negli ultimi giorni infatti il Fisco ha registrato una corsa all’apertura di partite Iva o a cambiare codici Ateco così da intercettare gli indennizzi che sarebbero stati approvati dall’esecutivo. Di qui, la “stretta” sulla potenziale platea dei beneficiari.

https://www.ilsole24ore.com/art/tempi-scadenze-modalita-tutto-quello-che-c-e-sapere-ricevere-ristori-ADGdFky