Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
lunedì 16 dicembre 2024
Tomba di Senenmut.
domenica 15 dicembre 2024
La Motilla del Azuer: un capolavoro dell’ingegneria antica!
Ha ruttato ancora. - Tommaso Merlo
Giappone svela un pannello solare con una potenza 20 volte superiore ai reattori nucleari. - di Giacomo Gianni
In ogni parte del mondo si stanno facendo rapidi progressi per innovare la tecnologia, in particolare quella atta a imbrigliare l’energia in un modo ecosostenibile. Tra i Paesi più all’avanguardia c’è il Giappone, con i suoi nuovi pannelli solari che utilizzano celle di Perovskite e che potrebbero rivoluzionare l’energia solare globale.
Quando si parla di sviluppo in ambito fotovoltaico, uno degli obiettivi più importanti è senza dubbio quello di massimizzare l’efficienza dei pannelli tradizionali, e nel caso delle cosiddette celle solari di Perovskite (PSCs) l’innovazione sta nella loro potenza tanto quanto nella composizione; le PSC sono infatti incredibilmente leggere e flessibili.
Negli ultimi anni il tasso di conversione energetica di questi pannelli è salito notevolmente (dal 3% al 25%) e oggi la loro potenza può raggiungere 20 volte quella di un reattore nucleare nei giorni più soleggiati; inoltre, il materiale di produzione è estremamente economico e ne permette la facile integrazione su facciate di edifici, finestre e automobili.
Uno dei vantaggi infatti è proprio l’adattabilità, in particolare per città come Tokyo dove l’integrazione di pannelli solari è poco conveniente a causa dei limiti di spazio. Sembra inoltre che i costi siano destinati a diventare più convenienti in futuro, anche se alcuni problemi legati alla produzione rimangono e rappresentano la principale sfida di oggi.
La durabilità delle celle è ancora poco adatta a usi per lunghe durate, soprattutto per via dei materiali leggeri utilizzati, ben diversi da quelli dei pannelli solari tradizionali. Ciononostante rimangono una delle tecnologie più promettenti in questo ambito, ed è probabile che nei prossimi anni otterremo risultati davvero interessanti.
sabato 14 dicembre 2024
Don Milei ed i poveri cristi. - Tommaso Merlo
Il cratere Kerid.
mercoledì 11 dicembre 2024
Una gigantesca struttura nello spazio sfida la nostra comprensione dell’Universo.
Gli astronomi hanno scoperto un anello gigantesco, quasi perfetto, di galassie, di circa 1,3 miliardi di anni luce di diametro. Non corrisponde a nessuna struttura conosciuta.
Una misteriosa struttura a forma di anello nello spazio.
È ciò che hanno scoperto gli astronomi, un anello di galassie quasi perfetto di circa 1,3 miliardi di anni luce di diametro. Non corrisponde a nessuna struttura o meccanismo di formazione noto. Il Grande Anello, come è stata soprannominato, potrebbe perfino portarci a modificare il modello standard della cosmologia. La scoperta, guidata dall’astronoma Alexia Lopez dell’Università del Lancashire, è stata presentata al 243° incontro dell’American Astronomical Society a gennaio ed è stata pubblicata sul Journal of Cosmology and Astroparticle Physics.
Cosa sappiamo del Grande Anello scoperto nello spazio
Già nel 2021 era stata scoperta un’altra struttura gigantesca a forma di arco e il Grande Anello non fa che infittire il mistero. “Nessuna di queste due strutture è facile da spiegare in base alla nostra attuale conoscenza dell’universo”, ha spiegato Lopez a gennaio. “E le loro dimensioni estremamente grandi, le forme distintive e la vicinanza cosmologica devono sicuramente dirci qualcosa di importante, ma cosa esattamente?”
L’Oscillazione Acustica Barionica.
Il collegamento più immediato sembra essere con qualcosa chiamato Oscillazione Acustica Barionica (BAO). Si tratta di gigantesche disposizioni circolari di galassie che si trovano in tutto l’Universo. In realtà sono sfere, i fossili di onde acustiche che si propagarono nell’Universo primordiale e poi si congelarono quando lo spazio divenne così diffuso che le onde acustiche non potevano più viaggiare. Il Grande Anello non è un BAO. I BAO hanno tutti una dimensione fissa di circa 1 miliardo di anni luce di diametro. E un’ispezione approfondita del Grande Anello mostra che è più simile a un cavatappi allineato in modo tale da sembrare un anello.
Cos’è questa misteriosa struttura nello spazio
Il che lascia la domanda senza risposta: che diavolo è? “Quando osserviamo l’universo su larga scala, ci aspettiamo che la materia sia distribuita uniformemente ovunque nello spazio, quindi non dovrebbero esserci irregolarità evidenti oltre una certa dimensione”, ha spiegato Lopez. “I cosmologi calcolano che l’attuale limite teorico delle dimensioni delle strutture sia di 1,2 miliardi di anni luce, eppure entrambe queste strutture sono molto più grandi: l’Arco Gigante è quasi tre volte più grande e la circonferenza del Grande Anello è paragonabile alla lunghezza dell’Arco Gigante.”
Cosa significa per la cosmologia
Ma la dimensione è solo uno dei problemi. L’altro è cosa significa per la cosmologia, lo studio dell’evoluzione dell’Universo. Il modello attuale è quello che al momento si adatta meglio a ciò che osserviamo, ma ci sono alcune caratteristiche che sono difficili da spiegare nel suo contesto. Sono stati proposti altri modelli per affrontare queste caratteristiche. In uno di questi, la cosmologia ciclica conforme di Roger Penrose, in cui l’Universo attraversa infiniti cicli di espansione del Big Bang, ci si aspettano strutture ad anello, anche se vale la pena notare che la cosmologia ciclica conforme ha notevoli problemi. Un’altra possibilità è che le strutture siano un tipo di difetto topologico nel tessuto dello spazio-tempo noto come stringhe cosmiche. Si pensa che siano come rughe larghe quanto un protone emerse nell’Universo primordiale quando lo spazio-tempo si è allungato. Non abbiamo trovato molte prove fisiche dell’esistenza delle stringhe cosmiche, ma le prove teoriche sono piuttosto promettenti.
Per saperne di più:
- Consulta l’articolo “A Giant Structure in Space Challenges Our Understanding of The Universe” su Science Alert.