Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
giovedì 23 ottobre 2025
Europa, come farsi del male...
lunedì 20 ottobre 2025
Luciana Littizzetto ha dedicato la sua letterina a Giorgia Meloni, da donna a donna. - Lorenzo Tosa
domenica 19 ottobre 2025
𝗨𝗟𝗧𝗜𝗠𝗢 𝗔𝗩𝗩𝗘𝗥𝗧𝗜𝗠𝗘𝗡𝗧𝗢 𝗗I 𝗣𝗨𝗧𝗜𝗡 𝗔𝗟 𝗣𝗥𝗘𝗦𝗜𝗗𝗘𝗡𝗧𝗘 𝗙𝗥𝗔𝗡𝗖𝗘𝗦𝗘 𝗠𝗔𝗖𝗥𝗢𝗡:
"Signore e signori, ho ascoltato attentamente le parole del Presidente Emmanuel Macron, che ha sottolineato la fine dell’egemonia occidentale e l’emergere di un mondo multipolare. Ha ragione su un punto essenziale: il mondo sta cambiando profondamente, ma dimentica di spiegare perché e, soprattutto, dimentica di riconoscere che la Francia e l’Occidente stanno combattendo la Russia oggi proprio perché si rifiutano di accettare questa realtà.
Oggi, la Russia è bersaglio di sanzioni, attacchi diplomatici, economici, informativi e persino militari, come in Ucraina.
Perché? Perché l’Occidente si rifiuta di accettare che la sua era di egemonia incontrastata sia finita. Perché l’Occidente si rifiuta di vedere altre nazioni difendere i propri interessi, i propri valori e la propria sovranità.
L’Occidente parla di libertà e democrazia, ma cosa ha fatto per secoli? Francia, Inghilterra, Spagna, Portogallo, Belgio, Paesi Bassi: hanno tutti colonizzato quasi tutto il pianeta. Dimmi dove, in quale parte del mondo, l’Occidente non ha messo piede e imposto la sua legge?
In Africa, la Francia ha tracciato confini arbitrari, sfruttato risorse e costretto milioni di persone a spostarsi. In Asia, gli inglesi hanno ridotto in schiavitù intere popolazioni, dall’India alla Cina. In America, le potenze europee hanno massacrato intere civiltà. E ancora oggi, attraverso la NATO, vogliono imporre il loro modello ovunque.
Il signor Marcon parla dell’ispirazione politica dell’Europa. Ma dov’è questa ispirazione?
L’Europa segue gli Stati Uniti in tutte le sue guerre, senza esitazione: Iraq, Libia, Siria. Ogni volta, causa centinaia di migliaia di morti. È questa l’ispirazione?
E non ditemi che la Russia è un pericolo per il mondo. Per oltre duecento anni, l’Occidente ha cercato di distruggere la Russia: Napoleone venne a Mosca, convinto di poter sottomettere il nostro Paese. Se ne andò sconfitto nella neve.
La Germania lanciò la più grande guerra d’invasione contro di noi. Fu spezzata a Stalingrado, a Kursk e persino nelle strade di Berlino. Durante la Guerra Fredda, gli Stati Uniti cercarono di soffocare la nostra economia, di accerchiarci, di provocare colpi di stato tra i nostri vicini, eppure siamo ancora qui.
La Russia ha attraversato prove difficili, ma nessuno è riuscito a sconfiggerci. Perché stiamo combattendo non solo per la nostra terra, ma anche per la nostra civiltà, i nostri valori e la nostra dignità.
Oggi non è più solo la Russia a rifiutare l’egemonia occidentale; la Cina si sta facendo avanti; l’India sta affermando la sua visione del mondo; l’Africa si sta gradualmente liberando dalla tutela straniera; anche l’America Latina sta cercando la propria voce. Non è più un mondo dominato da una singola potenza o da un singolo blocco: siamo entrati in un’era multipolare.
E nessuno potrà fermarla. Ecco perché Francia, Europa e Occidente sostengono l’Ucraina contro la Russia. Non per amore del popolo ucraino, ma perché vogliono usare questo Paese come pedina per cercare di indebolire la Russia, per contenere il nostro sviluppo e impedire che questo mondo multipolare prenda forma.
Voglio dire al Presidente Macron e ai suoi colleghi europei: non potete andare controcorrente per sempre, parlate di valori ma rifiutate di rispettare le scelte dei popoli, parlate di diritto internazionale ma lo violate non appena non serve più ai vostri interessi, parlate di pace ma seminate guerra ovunque interveniate.
La Russia non è nemica di nessuno, ma non permetteremo mai a nessuno di decidere il nostro futuro.
Vogliamo cooperazione, ma una cooperazione su un piano di parità. Vogliamo la pace, ma non a scapito della nostra libertà, della nostra identità. E sia chiaro: nessuno sconfiggerà mai la Russia. Abbiamo sopportato secoli di difficoltà, abbiamo visto imperi nascere e cadere, e siamo ancora qui. E saremo lì domani, in questo nuovo mondo multipolare che sta già nascendo".
Inferno Rosso
https://www.facebook.com/comantilope/posts/pfbid024SxYoreXMmZ8mvui6iV2872zCs24UEQtvJK4fcqzf2uWSj8yfVfTYgmn9c5HH86al
Egitto: "il pozzo a gradini dei faraoni".
sabato 18 ottobre 2025
Travaglio. Notizie bomba.
La bomba contro Sigfrido Ranucci non è un attentato o un avvertimento a tutti i giornalisti. Magari lo fosse: vorrebbe dire che la democrazia è sana e il “quarto potere” funziona. Ma allora colpirne un singolo esponente sarebbe inutile, perché poi bisognerebbe colpirli tutti; anzi dannoso, perché si scatenerebbe la reazione di tutti. Invece di giornalisti come Sigfrido e gli altri di Report ce ne sono pochi, pochissimi: li conosciamo per nome e cognome perché quelli che danno notizie proibite e fanno domande indiscrete si contano sulle dita delle mani di un monco. La stragrande maggioranza degli iscritti all’Albo nessuno si sognerebbe di toccarla, perché non ha mai dato fastidio a nessuno e ha sempre fatto comodo a tutti. Quindi la bomba – qualunque ne sia la matrice – era contro Ranucci e Report, non contro una categoria popolata di soggetti che Sigfrido si vergognerebbe di chiamare “colleghi”. E chi l’ha piazzata è andato a colpo sicuro, nel senso che intorno a lui c’è quasi il vuoto. Contro Report – da Gabanelli a Ranucci – gran parte della politica si esercita da trent’anni al tiro al bersaglio, dalle destre al Pd alle frattaglie “riformiste” (la Gabanelli, uscita da Report per lavorare al portale delle news Rai, fu messa alla porta nella luminosa èra renziana, che aveva pure Ranucci nel mirino ben prima dell’avvento di “TeleMeloni”). La lista dei politici che chiedono di punire o di chiudere Report, e intanto lo coprono di cause civili e querele, è sterminata, fino alla patetica sceneggiata di Gasparri in Vigilanza con carota e cognac contro Ranucci “per dargli coraggio” (di cui carota e cognac sono notoriamente i simboli), essendo il Gasparri un celebre cuor di leone che denuncia chi lo critica e corre a piangere da mammà per l’immunità quando qualcuno lo querela perchè lui l’ha insultato.
Poi c’è la lista dei grandi gruppi economici e finanziari che, appena Report li sfiora, corrono in tribunale, peraltro con grave sprezzo del pericolo. Infine c’è la pletora di “giornalisti” e “critici televisivi” che, non contenti di leccare il potere, si scagliano pure contro Report perché ha l’ardire di smascherarlo, mettendoli in mutande. Sono gli stessi che ora attaccano Crozza, reo di fare satira solitaria in un Paese che, dopo il giornalismo, ha abolito pure quella. Gli stessi che, quando Assange era recluso in un’ambasciata e poi in un carcere a Londra, fischiettavano o gli davano della spia russa perché, diversamente da loro, faceva bene il suo mestiere. È questo il vero “isolamento” che espone al pericolo alcuni giornalisti, magistrati e figure di contro-potere: non il fatto di avere contro il potere (questo è fisiologico), ma di essere così pochi da sembrare strani o deviati. Quindi più facili da eliminare o silenziare.
Marco Travaglio FQ 18 ottobre 2025
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